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Birra del Borgo chiude i due locali a Roma: a casa 40 lavoratori

Birra del Borgo licenzia. Il birrificio artigianale nato nel 2005 a Borgorose, in provincia di Rieti, e acquisito sei anni fa dalla multinazionale Ab InBev, è in crisi e ha deciso di smantellare parte delle sue attività. Già avviata la procedura di licenziamento per 42 lavoratori su 74 dipendenti totali. Un’azienda che aveva mosso i suoi primi passi anche a Palestrina e che ha seguito la storia della sua ascesa a Roma e in Europa.

A San Cesareo

E’ il frutto di un “intervento di riassetto operativo e riorganizzativo” che non risparmia alcun reparto: quello commerciale e marketing saranno soppressi; i reparti People, Lab e Plant Area riorganizzati; cesseranno poi le attività dei due locali di Roma ossia l’Osteria di Birra del Borgo a Prati e il Bancone di Piazza Bologna. Acquisito e salvo invece il birrificio di Collerosso: rilevato dal birraio Matteo Corazza, che potrebbe così togliere dalla lista degli esuberi due dipendenti.

Alla base dei licenziamenti di Birra del Borgo “la grave congiuntura economica generata dalla pandemia relativa al Covid-19”, una situazione emergenziale che ha coinvolto il paese e il mercato di riferimento sferzando un’azienda, così si legge sulla procedura, già in crisi dal 2018. Nell’ultimo anno le perdite registrate sono state di quasi 6 milioni di euro. Da qui i licenziamenti per oltre metà del personale, la chiusura di interi reparti e dei due locali di Roma. “Un intervento di riorganizzazione irreversibile” per l’azienda che si dice anche “impossibilitata a valutare misure alternative che possano fronteggiare le conseguenze sul piano sociale dell’attuazione del programma di riduzione del proprio organico”. Insomma sui licenziamenti Birra del Borgo non torna indietro. 

“La cosa paradossale è che fino all’anno scorso non c’era nessun segnale di questa crisi imminente, l’azienda si è sempre comportata come se avesse davanti delle prospettive rosee: sono stati fatti investimenti e assunzioni. Questa operazione veloce sugli esuberi non ci torna” – dice Alessandro Russo della Filcams Cgil a RomaToday. “Perchè siamo arrivati subito ai licenziamenti senza utilizzare gli ammortizzatori sociali previsti? Ci stupisce che una multinazionale di quelle dimensioni discuta come una piccola azienda, faccia sapere in modo trasparente quali sono le intenzioni per il futuro e se c’è all’orizzonte una vendita tuteli i suoi lavoratori”. Il primo tavolo di confronto tra sindacati e proprietà che si è tenuto la settimana scorsa si è concluso con una fumata nera: Birra del Borgo ha confermato i 40 licenziamenti. “Abbiamo chiesto il ritiro della procedura, non ci convincono le motivazioni. E’ necessario capire attraverso un nuovo piano industriale e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali come si può recuperare respiro ed evitare un’ulteriore mazzata ai lavoratori” – ha aggiunto Giuseppe Cappucci della Flai Cgil.