
Cala nel Lazio il numero di nuovi casi di tumore del seno
Nel 2019 sono stati in totale 4.600, erano 4.850 quelli registrati l’anno precedente
Cala nel Lazio il numero di nuovi casi l’anno di tumore del seno. Nel 2019 sono stati in totale 4.600, erano 4.850 quelli registrati l’anno precedente. Una riduzione che segna una tendenza diversa, rispetto a quella nazionale, dove la neoplasia risulta in aumento. Ed e’ anche la piu’ frequente tra la popolazione femminile: 53mila casi a livello nazionale. Il dato viene presentato in occasione del convegno regionale From Texas To Rome- The DayAfter San Antonio organizzato dalla sezione Regione Lazio dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). L’evento si svolge oggi presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma e vede la partecipazione di specialisti da tutta la Regione per fare il punto sul carcinoma mammario.

“In un anno abbiamo avuto 250 casi in meno – afferma la dottoressa Alessandra Fabi, segretario regionale AIOM -. Cio’ e’ dovuto a una maggiore attenzione nelle nostre latitudini ad alcuni stili di vita, come l’interesse all’esercizio fisico o la piu’ accurata scelta di una dieta. Non bisogna poi sottovalutare la maggiore conoscenza del rischio familiare da parte delle donne che induce ad effettuare test diagnostici con eventuale scelta di una profilassi chirurgica in caso di mutazione del BRCA che annulla l’insorgenza del cancro della mammella”.
“La neoplasia potrebbe inoltre essere stata sotto diagnosticata a causa della scarsa partecipazione ai programmi di screening – afferma il dottor Domenico Corsi, coordinatore regionale AIOM Lazio -. Si calcola che solo il 36% delle donne si sottoponga regolarmente alla mammografia e infatti la malattia, solo lo scorso anno, ha determinato in Lazio oltre 1.100 decessi. Serve quindi un maggiore sforzo, da parte di noi specialisti e delle istituzioni, per promuovere maggiormente questi esami”.

Al convegno di Roma sono presentate anche le ultime novita’ terapeutiche per il trattamento della patologia oncologica.
“La ricerca sta procedendo nella messa a punto di cure meno invasive e piu’ personalizzate – prosegue Fabi -. I nuovi farmaci sono piu’ efficaci rispetto anche al piu’ recente passato e ci permettono di intervenire chirurgicamente su tumori di dimensioni ridotte. Nei prossimi anni gli sforzi dei ricercatori proseguiranno nell’individuazione di nuovi bersagli terapeutici”. Il segretario regionale dell’Aiom sottolinea quindi che l’immunoterapia, per esempio, “potrebbe diventare una valida arma anche nel carcinoma della mammella come lo e’ gia’ per il melanoma o i tumori polmonari. Oltre l’80% delle pazienti oggi e’ vivo a cinque anni dalla diagnosi. Raggiungiamo anche il 90% se riusciamo ad intervenire precocemente. Sono ottime percentuali che tuttavia possono essere ancora migliorate soprattutto per quanto riguarda i casi piu’ gravi della malattia”.