
Cosa succederebbe se le attività riaprissero? La lettura delle carte del Governo
151mila persone in terapia intensiva e 430mila entro fine anno
151mila persone in terapia intensiva e 430mila entro fine anno. Sarebbe questo lo scenario previsto nel report del Comitato tecnico-scientifico sul quale Giuseppe Conte e tutto il governo hanno assunto le decisioni per la Fase 2. I dati riportati nel documento del Governo e diffusi dall’Huffpost sono apocalittici.
Il tutto perché l’R0, il parametro che indica il tasso di diffusione dei contagi, schizzerebbe a 2,25 (ogni persona con Covid-19 ne contagerebbe più di due) – si legge. Una cifra da tenere a costante riferimento di tutti i ragionamenti sul tema, dato che il Cts considera fondamentale il mantenimento di quel rapporto sotto l′1. Il report – che Huffpost ha visionato – prevede 92 diverse simulazioni di riaperture. Ma nelle conclusioni indica una strada ben precisa. Si legge infatti: “Il modello evidenzia come sia ipotizzabile attivare i seguenti settori Ateco a patto che vengano adottate tutte le misure di distanziamento sociale e di igiene personale ed ambientale: 1. settore manifatturiero; 2. settore edilizio; 3. settore commercio correlato alle precedenti attività e con, in fase iniziale, l’esclusione delle situazioni che generano forme di aggregazioni (es. mercati e centri commerciali); 4. trasporto locale correlato alle attività di cui ai punti 1, 2 e 3”. Esattamente la strada scelta dal governo, che ha mutuato da qui le norme inserite nell’ultimo dpcm.
Scrivono infatti i tecnici: “Essendo le stime attuali di R0 comprese nel range di valori tra R0=0.5 e R0=0.7, ed essendo evidente dalle simulazioni che se R0 fosse anche di poco superiore a 1 (ad esempio nel range 1.05-1.25) l’impatto sul sistema sanitario sarebbe notevole, è evidente che lo spazio di manovra sulle riaperture non è molto”.
Da qui la scelta del lucchetto per le attività di bar e ristorazione, che nei modelli previsionali farebbero schizzare R0 sopra l′1 anche se fosse esclusa la fascia di popolazione over 65, che si stima essere del 47% più suscettibile al contagio. Non tanto per l’attività intrinseca, si spiega, quanto per l’aumento di contatti sociali che ne deriverebbero. E da qui anche la scelta di non far ripartire l’anno scolastico: “Riaprire le scuole – si legge – innescherebbe una nuova e rapida crescita epidemia di Covid-19. In particolare, la sola riapertura delle scuole potrebbe portare allo sforamento del numero di posti letto in terapia intensiva attualmente disponibili a livello nazionale”.
L’unica scelta presa in totale autonomia dalla politica è quella ormai famigerata della possibilità di incontrare i “congiunti”.