
Così un asilo di Zagarolo ha evitato un possibile focolaio
La storia dell’Albero della vita: aperto da un mese e costretto a chiudere per problematiche legate al Covid-19. Il coraggio di una giovane educatrice e del suo personale. Le istituzioni elogiano il comportamento della direzione
Tra le storie della nuova ondata di Coronavirus sul territorio dei Monti Prenestini esistono anche esempi virtuosi, scelte di buonsenso fatte sulla base delle competenze acquisite e sul principio del giusto mezzo. È il caso dell’asilo nido L’Albero della vita di via Colle Gentile 133 a Zagarolo, finito sulle cronache social locali per una serie di casi di Covid-19.
Tutto inizia l’8 ottobre scorso con la comunicazione da parte di una famiglia del tampone positivo di uno dei bambini frequentanti la struttura. La direzione dell’asilo condivide subito la notizia con i genitori degli iscritti e decide di chiudere subito il plesso.
“Quando ci siamo tuffati con coraggio e determinazione nella nostra avventura – scrive Francesca, titolare dell’Albero della vita – mai avrei immaginato che da lì a poco sarei stata costretta a fermare la giostra e a invitare tutti a scendere e a mettersi al riparo. Perchè questo è quello che è accaduto. Il mostriciattolo che si aggira da qualche mese a questa parte ha colpito alcuni di noi, si è schiantato sulla nostra giostra minacciandoci di volersene appropriare. Ma per fortuna così non è stato. Abbiamo vinto noi”.

L’asilo si mette subito in contatto con gli uffici dell’Asl, ma la comunicazione di chiusura dell’attività arriverà solo sei giorni più tardi. Nel frattempo genitori e personale scolastico condividono una serie di misure di prevenzione per contenere i contagi. Vengono effettuati i primi test molecolari nelle strutture adibite del territorio e dai referti risultano subito 8 bambini e 3 educatrici positivi.
Altri test verranno effettuati il 20 ottobre nel drive-in dedicato alle scuole organizzato dal Comune di Zagarolo all’interno dell’area del mercato. Intanto i giorni passano, cresce l’attesa e rimane la consapevolezza di aver fatto la cosa giusta: fermarsi subito prima che sia troppo tardi.
Francesca e il suo nido avrebbero potuto aprire le porte già ieri (21 ottobre), secondo il cronopropgramma degli uffici dell’Asl, ma il personale è ancora in attesa della negatività dei tamponi dopo i dieci giorni già effettuati di isolamento domiciliare. Dopo l’avvio difficile della nuova attività, si ricomincia dall’esperienza acquisita, dal confronto costruttivo con i genitori e gli organi sanitari. L’Albero della vita ha ricevuto attestati di merito dal Comune e dall’Asl per il comportamento e il rigoroso rispetto della normativa.
La struttura, moderna e dotata di tutti i confort, è stata sanificata e si doterà alla riapertura della nuova organizzazione “a bolle” degli spazi, il massimo della sicurezza in termini di prevenzione. L’Albero della vita è uno dei pochi asili della provincia di Roma con il “metodo Montessori”: c’è un pediatra in sede, la mensa interna, i laboratori, i pannolini e le salviettine incluse fanno di questa struttura un centro educativo di eccellenza a sud di Roma.
È stata una prova difficile – scrive Francesca – piena di nodi da sbrogliare. Voglio ringraziare tutte le famiglie che continuano a sostenerci e ad affidarsi a noi, mostrando la propria vicinanza e il proprio affetto, anche e soprattutto attraverso i propri figli, che voglio ricordare essere per noi il bene primario da tutelare”.
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