Un viaggio continuo alla ricerca delle radici di una terra, dei suoi valori e delle sue intime connessioni.

Da “ammazzatora” a biblioteca: alle origini dell’edificio di via Madonna dell’Aquila

Come la biblioteca Fantoniana, anche il mattatoio, edificio che la ospita, non ebbe vita facile nel territorio comunale. Come si legge nel libro Fotografie e storie della gente di Palestrina 1850-1950 di Peppino Tomassi ci vollero almeno due anni per la scelta definitiva del terreno. 

LA STORIA

Agli inizi del ‘900 a Palestrina mancava un macello nazionale. “Quello di vicolo del Macello – si legge nel libro di Tomassi – era diventato insufficiente per le esigenze della città e nel 1907 si dà l’incarico agli ingegneri Antonio Clementi e Luigi Parmigiani di progettarne uno nuovo. Si chiede un mutuo alla cassa depositi e Prestiti di L. 45.300. Il terreno adatto è quello di Ciprari Agapito in località Sabatuccio che viene dichiarato di pubblica utilità ma il Ciprari non lo vuoi cedere. L’anno seguente si sceglie una nuova area e questa volta i proprietari acconsentono all’esproprio: il terreno è in via Madonna dell’Aquila e verrà pagato in totale L. 6.900”. 

La foto in apertura era stata scattata nell’ex Mattatoio, la futura biblioteca comunale: Gregorio Cianfriglia (al centro) e l’inserviente (a sinistra) sono pronti con i coltelli per l’operazione di scoiatura.

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