
Dalla passione per le moto al tabacco tra Cave e Palestrina: la storia di Aldo Finzi in un libro
a cura della redazione
Sembra una provocazione della storia un ebreo che marcia su Roma e un fascista che viene ucciso alle Fosse Ardeatine.
Invece l’ebreo e il fascista sono la stessa persona. Questa persona si chiama Aldo Finzi.
Il Circolo Culturale Prenestino “Roberto Simeoni” APS presenterà sabato 23 settembre presso l’Albergo Stella di Palestrina l’ultima opera del prof. Luigi Bandiera, dedicata a quest’uomo che è stato per la storia dell’Italia fascista una figura certamente complessa ma per troppo tempo dimenticata.
Ora il libro che il prof. Bandiera gli dedica vuole rendere giustizia di questa dimenticanza. Soprattutto qui a Palestrina dove Aldo Finzi visse dopo il suo allontanamento dal fascismo.
Coinvolto, dalle indagini successive, nell’assassinio di Matteotti, Finzi venne rapidamente costretto alle dimissioni il 17 giugno 1924 dall’incarico di sottosegretario agli Interni che ricopriva, insieme ad Emilio De Bono. Forse per difendere la propria onorabilità, oppure per tutelare la propria sicurezza personale o anche solo per salvaguardare la propria posizione politica, sembra che Finzi avesse allora fatto circolare un memoriale sotto forma di lettera privata al fratello Gino, contenente rivelazioni compromettenti riguardo ad una squadra speciale alle dipendenze del Ministero dell’Interno,[11] minacciando ambiguamente di volerlo rendere pubblico. Quale che sia stata la responsabilità di Finzi nel caso Matteotti, ad oggi non ancora chiarita, più che i contatti tenuti con l’opposizione, certamente nocque alla sua carriera politica il marchio d’inaffidabilità derivantegli dall’ambigua e contraddittoria gestione dell’affaire del memoriale.
Si ritirò a vita privata per diventare uno dei maggiori produttori di tabacco del basso Lazio: la moglie aveva infatti estesi possedimenti a Cave e Palestrina. Intanto nel 1929 ottenne il grado di capitano di complemento della Regia Aeronautica, maggiore nel 1935 e tenente colonnello nel 1939.
Nel 1938, pur dichiarando di non essere ebreo e di professare la religione cattolica,manifestò la propria opposizione alle leggi razziali.
Appassionato di moto, Finzi portò al debutto nelle competizioni la neonata Moto Guzzi, partecipando alla Milano-Napoli, prova conclusiva del Campionato Motociclistico Italiano su Strada, in sella a una “500 Normale“. In quei mesi insieme al fratello Gino, vincitore della Targa Florio, creò la “Fabbrica motocicli Maxima”, azienda di moto di Voghera, che nel 1922 produsse la Moto Finzi[
Fu fucilato dai tedeschi nell’eccidio delle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. Su una lapide all’ingresso della Sinagoga di Roma il suo nome figura tra quello degli ebrei caduti durante la resistenza, mentre al Sacrario delle Fosse Ardeatine è ricordato come “Tenente colonnello Aldo Finzi”. Nell’elenco dell’associazione delle famiglie delle vittime (ANFIM) è indicato come «appartenente al Partito Democratico del Lavoro Banda De Rubeis»