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Dalle industrie ai bar: le linee guida per riaprire a maggio


In attesa della comunicazione di oggi a Camera e Senato, ecco le prime calendarizzazioni

Chi sperava in una riapertura anticipata prima di maggio dovrà ricredersi. La cabina di regia fra governo e regioni ha dato esito negativo, il lockdown non si chiuderà in anticipo e bisognerà quindi attendere il post “ponte festivo” del 1° maggio.

“Molti cittadini sono stanchi e vorrebbero un significativo allentamento delle misure anti contagio o, addirittura, la loro totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito. Ripartiamo domattina”, ha scritto su Fb il premier Giuseppe Conte. “Ma sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme”.

Sulle riaperture “ci vuole una strategia nazionale”. Lo ha detto l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera a Mattino Cinque, convinto che “tenere insieme il Paese sia la cosa migliore”, mentre “aprire prima alcuni Regioni e poi altre “non sia la strategia migliore”.

La riapertura dovrebbe dunque essere omogenea per tutta l’Italia, nonostante le richieste di alcuni governatori regionali di poter ripartire prima con alcuni comparti già pronti dal punto di vista della sicurezza dei lavoratori. E’ questo il “succo” dell’ultima dichiarazione del premier Giuseppe Conte giunta poche ore fa.

colle martino

Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagnaaveva indicato in industria automobilistica, ceramica ed edilizia i settori pronti a rialzare le serrande già da questa settimana, ma alla fine ha prevalso il parere contrario del Ministro della Salute Speranza e di gran parte della task force governativa istituita per disegnare la FASE 2
Quindi, con tutta probabilità resterà tutto chiuso. Manca infatti ancora la app con il tracciamento dei possibili contagiati per spegnere eventuali nuovi focolai e lo stesso Speranza ha pronto un piano di cinquemila assunzioni di medici e infermieri per potenziare i dipartimenti di igiene delle Asl, che avranno un ruolo cruciale nel controllare sul territorio l’infezione, togliendo peso dalle spalle degli ospedali.

Nelle linee tracciate dal governo le prime a riaprire saranno le industrie che dovranno seguire misure rigide: riprogrammazione delle filiere produttive in funzione del distanziamento sociale, chiusura dei reparti non indispensabili e delle mense, mascherine per tutti e turni di lavoro più brevi, sfruttando anche sabato e domenica, per evitare assembramenti anche sui mezzi pubblici. 
Poi, dopo altre due settimane, quindi non prima del 18 maggio, toccherebbe alle attività commerciali, ai bar, ai ristoranti e, forse, agli stabilimenti balneari, sempre se i numeri del contagio rimarranno sotto controllo. 

Queste le parole del Premier Conte all’alba del 21 aprile: si riapre solo quando potremo farlo in sicurezza“.

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