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È ufficiale, il Lazio resta in zona gialla


L’assessore D’Amato: “Entro l’estate potremmo finire le vaccinazioni”

“La Regione Lazio resta in zona gialla”. Lo comunica via Twitter l’assessorato regionale alla Salute. Non cambia nulla dunque fino a domenica prossima per quanto riguarda spostamenti tra i comuni e chiusura dei negozi. “Entro l’estate se le dosi ce lo permettono potremmo vaccinare tutta la popolazione del Lazio.
Questo pero’ significa che bisogna triplicare il numero delle dosi a nostra disposizione”. Lo ha dichiarato l’assessore alla sanita’ della Regione Lazio, Alessio D’Amato, a margine dell’inaugurazione dell’acceleratore lineare per radioterapia presso il Policlinico Tor Vergata di Roma.
“Speriamo che a marzo possa essere approvato il nuovo vaccino Johnson & Johnson – ha aggiunto – per due ordini di motivi: e’ quello su cui l’Italia ha fatto l’opzione quantitativa maggiore e soprattutto perche’ e’ monodose. Questo consentirebbe di velocizzare i tempi da aprile in poi. Noi possiamo arrivare a oltre 30mila vaccinazioni al giorno ma certamente occorrono i vaccini”. 

POLEMICHE SUI CAMBI DI COLORE

Gialla da inizio mese, l’Emilia Romagna torna arancione dopo tre settimane. Nessuna sorpresa tra gli amministratori locali, primo fra tutti il governatore Stefano Bonaccini che gia’ nei giorni scorsi, dati alla mano, (l’indice Rt supera l’1) aveva anticipato la possibilita’ di un cambio di colore. Con il timore di una nuova crescita dei contagi su tutto il territorio, guardando all’intero Paese il presidente della Conferenza delle Regioni si e’ attivato con i ministri Gelmini e Speranza invitando il governo Draghi a riflettere sulla possibilita’ di un cambio di regole nella lotta alla pandemia: restrizioni di “qualche settimana” e “omogenee” su tutto il territorio nazionale (non un lockdown totale) per rallentare la corsa del virus, preso atto che, probabilmente in un’Italia sempre piu’ arancione il sistema a fasce di colorazione “dimostra qualche fragilita’”. Debolezze, quelle dell’Italia maculata, legate non solo all’emergenza sanitaria ma anche alla crisi economica con “un saliscendi che non da’ certezze per il futuro a chi e’ in difficolta’”, e’ il pensiero di Bonaccini. “Occorre una riflessione su bar e ristoranti che rischiano di chiudere ogni volta che si cambia colore”, ha detto questa mattina a margine della posa della prima pietra di un centro oncologico a Parma.