Cave, condanna in primo grado all’ergastolo per il femminicidio di Carmen
Aveva 45 anni Carmen e tanta voglia di vivere. Si era separata dal marito, 59enne di Cave, da un mese ed era pronta a lasciare la casa in cui aveva vissuto con lui a Cave per andare in un nuovo appartamento situato a Zagarolo. Era il 7 maggio 2019, l’alba di un nuovo inizio per la donna di origine romena, pronta a ricominciare una nuova vita, da sola, senza quell’uomo con il quale non andava più d’accordo da tempo. Invece quel martedì è stato il giorno della sua fine. L’uomo, che non si era rassegnato all’idea di perderla, l’ha uccisa con diversi colpi di pistola.
LA RICOSTRUZIONE
E’ la mattina del 7 maggio 2019, Carmen è in bagno, si sta preparando per uscire per sempre da quella casa. I due hanno una discussione, l’ennesima. L’uomo esce dall’appartamento e sale dalla zia al piano superiore. Qui prende la chiave della cassaforte e scende giù in garage dove si trova quest’ultima. Estrae dalla cassaforte la pistola e due caricatori, torna in casa e colpisce Carmen con una serie di colpi, sei proiettili trafiggono la donna tra torace, collo e uno le si conficca alla testa. I vicini, avendo udit0 le urla della donna e i ripetuti spari, scendono in strada e fermano una pattuglia dei Carabinieri che si trova a passare li in quel momento. Una volta entrati nell’abitazione, le forze dell’ordine trovano l’assassino lì davanti al cadavere della donna con ancora in mano la pistola. E’ visibilmente fuori dei se e continua a ripere:
Ho combinato un guaio, ho combinato un guaio.
L’uomo in primo grado è stato condannato all’ergastolo per femminicidio, per via della premeditazione e ad oggi è detenuto nel Carcere di Rebibbia.
COME HA REAGITO LA CITTA’ DI CAVE AL TRAGICO FATTO
Sulla vicenda i cittadini di Cave si dividono. Se da una parte c’è chi condanna il delitto senza se e senza ma, dall’altra c’è chi cerca di assolvere l’uomo giustificandone il gesto:
Aveva un carattere forte Carmen, sotto sotto se l'è cercata.
La figlia di Carmen sa bene che la madre non gliela ridarà indietro nessuno, ma è profondamente delusa dal comportamento di alcune persone che conoscevano la coppia come ci ha riferito l’avvocato Alessandro Pasquazi raggiunto telefonicamente dalla redazione di montiprenestini.info
La figlia della vittima è addolorata di come Carmen sia stata lasciata sola dalle amiche che, prima erano pronte a testimoniare che i rapporti di coppia non erano certo di Carmen carnefice e marito vittima, e poi al momento di dare disponibilità a confermare la realtà dei fatti in tribunale si sono sfilate adducendo scuse banali. Cosicché non è vero quanto sostenuto da qualcuno, ossia che non avessero nulla da dire bensì l'esatto contrario e fortunatamente la Corte di assise lo ha ben compreso.
Tra 70 giorni (10 sono già trascorsi) la Corte d’Assise, specializzata nei reati di genere, depositerà le motivazioni e sulla scorta di quello nei successivi 45 giorni verrà interposto l’appello. La condanna all’ergastolo è stata dettata dalla premeditazione, mentre l’aggravante della crudeltà non è stata riconosciuta. Una triste vicenda che proprio non avremmo voluto ricordare all’indomani della giornata dedicata alle donne.