Un viaggio continuo alla ricerca delle radici di una terra, dei suoi valori e delle sue intime connessioni.

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Foliage d’autunno, 5 aree naturali dove ammirare lo spettacolo nei Monti Prenestini

Valle delle Cannuceta – Castel San Pietro Romano.

La magnifica area naturale sopra l’antica Praeneste vanta annosi esemplari soprattutto di aceri, cerri, carpini, scampati al taglio in virtù di un vincolo volto da secoli a proteggere alcune sorgenti, che grazie a un acquedotto in parte sotterraneo alimentavano Praeneste (da cui il nome dei locali monti Prenestini). I loro tronchi offrono rifugio al picchio verde e al rosso maggiore, al torcicollo, al picchio muratore, alle cince e ai rapaci notturni come l’allocco e l’assiolo. Una storia locale racconta che sotto una roverella colossale, vecchia forse di sette secoli, amasse sostare il musicista Pierluigi da Palestrina.

Il monumento naturale è solcato da alcuni sentieri tabellati. È stato istituito con D.P.R.L. 13 novembre 1995, n. 2062 (B.U.R. 9 marzo 1996, n. 7)

La selva di Genazzano

L’area è arricchita dalla presenza di una preziosa vegetazione e popolato da numerose specie faunistiche: i ruscelli che l’attraversano sono l’habitat naturale del granchio d’acqua dolce; nel bosco è facile individuare le tane degli istrici e i nidi dell’allocco, rapace notturno il cui richiamo è udibile anche di giorno; tra gli alberi va sottolineata la presenza del farnetto, del tiglio, dell’acero e dell’ontano; molto interessante è la parte arbustiva dove spicca la presenza dell’alloro accanto al pungitopo e al biancospino. Di proprietà del cardinale Del Drago, il bosco chiamato “La Selva”, venne donato alla fine del XIX secolo al Comune di Genazzano che ne autorizzò l’utilizzo per la raccolta del legnatico. Nel territorio veniva prodotto il carbone come attesta la distribuzione di numerose piazzole dove venivano allestite le carbonaie; il taglio degli alberi fu vietato a partire dal 1975. Ma La Selva è legata anche alla Resistenza dei partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale, di cui ancora si tramandano di generazione in generazione racconti affascinanti. 

Macchiarella di San Cesareo

È il bosco di San Cesareo dove raggiungere in maniera agevole anche i Castelli Romani. La Macchiarella è una delle scoperte di questi anni dove sempre più persone visitano quest’area naturalistica a ridosso della cittadina Casilina. Composto da castagni e cerri, il bosco si estende su una superficie di 11 ettari e vanta una nutrita presenza anche di fauna autoctona. Un luogo ideale dove trascorrere una mattinata facendo trekking o rilassandosi nelle aree pic nic decentemente allestite.

Villa Clementi e Rocca di Cave – Cave

Il Parco Naturale Monumentale Villa Clementi, realizzato nel XIX secolo, apparteneva in passato alla famiglia Clementi, come la Villa, la quale era circondata da un parco di circa 45 ettari costituito sia da terre coltivate sia da centinaia di alberi secolari di alto fusto, di ogni genere e specie. Quest’area protetta interessa il parco comunale di Cave, la villa storica, i viali alberati, le fontane e la sorgente di acqua oligominerale, ossia la “Fonte di Santo Stefano“, con un’acqua curativa che pare abbia giovato anche a Michelangelo Buonarroti nei momenti in cui stava eseguendo gli affreschi della Cappella Sistina.

L’acqua sgorga da sedimenti di origine vulcanica e contiene tracce di magnesio e di calcio. Ancora oggi le si attribuiscono virtù benefiche per il trattamento delle malattie della pelle e delle infiammazioni delle vie urinarie. Durante l’ultimo conflitto mondiale, Villa Clementi, fu notevolmente danneggiata in quanto fu prima occupata dai soldati tedeschi e trasformata in autoparco e poi bombardata dagli aerei alleati. Oggi il Parco è riconosciuto dalla Regione Lazio quale Monumento Naturale protetto, così come la sorgente di acqua “Fonte di Santo Stefano”, e insieme costituiscono il Parco Comunale di Cave a disposizione dei cittadini, con un ampio parcheggio a pochi metri dai maggiori servizi della Città. Da qui è possibile raggiungere attraverso un percorso trekking anche Rocca di cave ammirando il foliage tipico dei Monti Prenestini.

Acquedotti di Gallicano

Passeggiare in mezzo a loro significa non solo scoprire le origini del territorio dei Monti Prenestini, ma anche assaporare la bellezza naturalistica di uno dei luoghi più incontaminati della campagna romana.

Il percorso inizia dal centro di Gallicano, attraverso una via sterrata ciclabile si arriva a Ponte Caipoli con la sua doppia arcata.

Si incrocia la via Francigena, si incontra il Ponte della Bullica dove è presente una tabella esplicativa. Percorrendo una sterrata si incontrano i resti di un antico Mulino. Dopo aver attraversato Ponte Pischiero e visitata una suggestiva galleria, si raggiunge via della Moletta strada di epoca medioevale che collegava Gallicano al Castello di Passerano. Visitato il ponte si torna indietro. Incontriamo il bellissimo Ponte Amato, con i resti dell’antica via Prenestina con il basolato ancora a vista.

L’area vanta un patrimonio naturalistico incontaminato e una fauna rigogliosa tra le acque che la percorrono.

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