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Gallicano, dimessa da un Rsa si ammala di Covid 19: il caso emblematico di un’anziana


Una storia simile a tante altre sul territorio da cui si può ripartire per una ricerca delle soluzioni

La bomba sanitaria delle Rsa e il problema degli asintomatici: ci sono tutte le incognite sanitarie del momento nel caso denunciato qualche giorno fa a Gallicano nel Lazio, comune dei Monti Prenestini. Qui una signora di 87 anni è risultata positiva al Coronavirus dopo il ricovero presso una Residenza sanitaria assistita della provincia di Roma. Nella struttura la donna era da tempo in cura per una malattia, contro cui sta ormai combattendo da tempo. Dimessa dalla clinica, la donna è tornata a casa e tre giorni dopo il ricovero ha iniziato ad avvertire i primi sintomi di febbre. I famigliari hanno chiesto così l’intervento dei sanitari che hanno sottoposto la donna, come da profilassi, a tampone naso-faringeo: il risultato è stato positivo.

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Fin qui la cronaca, ma già a una prima lettura sono tante le domande che emergono senza risposta. Ormai ci siamo abituati ad accettare il Coronavirus come una fatalità, ma sappiamo perfettamente che è un virus che si trasmette dal contatto umano. E nel caso specifico di Gallicano sono due i possibili “focolai” del contagio: la casa o la rsa. Una situazione “tipo” che si ripete in molti casi nel Lazio, dove è esplosa la “bomba delle residenze sanitarie”, con storie pressoché simili a Olevano Romano, Carchitti, Zagarolo e San Cesareo.

Davanti al rischio di una strage di anziani nelle case di riposo e nelle Residenze sanitarie assistite, com’è avvenuto in Lombardia, la Regione Lazio è corsa recentemente ai ripari trasferendo chi è affetto da coronavirus in strutture dedicate, per evitare una promiscuità che metterebbe a rischio la salute delle altre persone presenti, lavoratori compresi.

È l’ostacolo del momento, quello che contribuisce ogni giorno a far impennare (seppur in maniera minore) la curva dei contagi. Ma se sul problema delle Rsa si sta ponendo rimedio, sul caso degli asintomatici il problema è ancora oggetto di dibattito tra gli scienziati anche in via dell’atteso inizio della fase 2.

Secondo quanto riportato dal British Medical Journal, su una elaborazione di dati condotti in Cina, ben quattro pazienti Covid-19 su cinque sarebbero asintomatici. Le autorità cinesi lo scorso primo aprile hanno iniziato a pubblicare il numero di nuovi casi asintomatici di coronavirus. I dati del primo giorno confermano come circa 4 persone su 5 pur avendo contratto il virus non hanno mostrato alcun sintomo. La soluzione al problema degli asintomatici, come di dice in questi giorni, dovrebbe arrivare dal via ai tamponi di massa che dovrebbero debuttare contemporaneamente all’avvio della fase 2, cioè quella di graduale riapertura delle attività. Questi tamponi dovrebbero permettere di individuare tutti coloro che hanno il virus, soprattutto gli asintomatici, e regolarsi di conseguenza con misure di isolamento e quarantena per i positivi.

Riusciremo a vincere anche questa sfida?

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