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GIORNO 8 – La paura di non uscirne


È possibile fare previsioni oggi? Ci proviamo

Nel giorno 8 del lockdown italiano, sono quasi 3mila i nuovi contagi, 8 nel territorio dell’Asl Roma 5 di cui 3 nei Monti Prenestini (2 a Olevano e 1 a Colleferro). Numeri che fanno paura a una prima lettura, ma secondo i modelli matematici la crescita del contagio starebbe diminuendo. E così oggi una delle ricerche più digitate su Google è stata una domanda: cosa succederà dopo il 3 aprile?

Salvo nuovi decreti, le disposizioni del Dpcm firmato lo scorso 11 marzo resteranno valide per due settimane e dunque fino al 25 marzo. Quindi in tale data potrebbero cessare gli effetti del decreto della chiusura delle attività, ma restano invece quelle del decreto che vieta di uscire di casa. Quest’ultimo durerà infatti fino al 3 aprile, data in cui, se dovesse andare tutto come previsto, potrebbe tornare tutto alla normalità in Italia.

Si tornerà alla normalità? La risposta più plausibile è no, perchè sono troppo alti i numeri nel suo valore assoluto e ci sono ancora focolai preoccupanti nel centro nord. Anche gli esperti concordano.

Ad esempio Carlo La Vecchia, professore di statistica medica e consigliere dell’OMS a Ginevra, in un’intervista sul sito lastampa.it, ha dichiarato: “I modelli attuali tendono a descrivere il fenomeno, più che a prevederlo con precisione. Quindi non è possibile sapere quando terminerà e se ci potrà essere un’eventuale secondo picco. Al momento siamo ancora al primo e sono necessari più posti in terapia intensiva negli ospedali”.

Sulla possibile fine del periodo di diffusione della malattia, ha provato a rispondere con la dovuta cautela anche l’ISS. Questo tramite le parole del suo direttore Giovanni Rezza, intervenuto in un’emittente radiofonica. Qui ha detto: “Non possiamo ancora fare previsioni, l’infezione da Coronavirus si è diffusa a macchia di leopardo. Se le regioni del sud avranno preso precauzioni, forse l’incremento potrà essere contenuto”.

Infine, il virologo Galli del Sacco di Milano, ha dichiarato in un’intervista televisiva, che: “tre mesi potrebbero non bastare per fermare il virus. Se non riusciamo a fare un lavoro sulle persone che sono entrate in contatto con i contagiati all’inizio, la possibilità di chiudere il discorso in pochi mesi ce la scordiamo”.

Poi ci sono letture ancora più drammatiche. “La pandemia del coronavirus potrebbe durare due anni”: la drammatica dichiarazione arriva dal presidente del Robert Koch Institut, Lothar Wieler, il maggiore centro epidemiologico in Germania, che corre a sottolineare che “ovviamente molto dipendera’ da quando si potra’ usare un vaccino”.

Insomma, è parere unanime che, fare previsioni adesso sulla fine di questo periodo è impossibile. L’unico miracolo possibile dovrebbe arrivare dalla ricerca, che sta facendo passi in avanti, soprattutto in Italia. Ma servirebbe davvero la bacchetta magica per sognare dall’oggi al domani il ritorno alla normalità.

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