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I medici di base dei Monti Prenestini scrivono ai sindaci: “In questa guerra siamo noi i primi a essere stati dimenticati”


“In ogni “guerra”, come ormai viene definita questa pandemia, a coloro che sono impegnati in prima linea vengono assicurati mezzi di difesa e di offesa opportuni”

I medici di base della UCCP di Palestrina, unità che raggruppa i professionisti sanitari del distretto sanitario dei Monti Prenestini, da San Vito Romano a San Cesareo, scrivono ai sindaci del territorio per “una richiesta urgente di materiale di protezione”. Questo l’oggetto del documento firmato da 12 dottori, uniti in questa battaglia (nella battaglia) per la sicurezza nei luoghi di lavoro.

“La situazione sanitaria del nostro territorio è tale da impedirci di manifestare di persona il Nostro rammarico e la Nostra tristezza nel sentirci dimenticati e non garantiti come categoria, da chi dovrebbe tutelarci, in quanto più prossimi a Noi – si legge nel testo. Abbiamo pertanto deciso di mettere per iscritto le nostre richieste.

L’articolo 11 della nostra Costituzione ripudia la guerra, ma ricordiamoci che in ogni “guerra”, come ormai viene definita questa pandemia, a coloro che sono impegnati in prima linea vengono assicurati mezzi di difesa e di offesa opportuni.

In questa “Guerra” contro il Coronavirus, che si prospetta ancora lunga, le armi a disposizione di Noi Medici di Medicina Generale non sono solo gli strumenti informatici, i programmi di telemedicina, la ricetta “dematerializzata” ed il telefono. Le nostre armi sono da sempre: la Nostra Arte Medica accumulata in anni di formazione e di esperienza, il Giuramento d’Ippocrate, la Nostra Umanità, la Nostra Scienza e Coscienza.

Ma adesso i nostri strumenti di difesa sono i kit di protezione personale

  • le mascherine, 
  • i camici usa e getta, 
  • i guanti 
  • e tutti i presidi sanitari indispensabili per avere contatti sicuri con i Nostri Pazienti.

La sicurezza non riguarda soltanto le Nostre persone – aggiungono – ma anche e soprattutto la sicurezza dei pazienti con cui veniamo in contatto per curare le altre patologie, che nonostante l’epidemia in atto, continuano a colpire molti. Sono tutte persone che non potremo più continuare a lungo a curare solo per telefono e che non potremo visitare e curare al meglio senza adeguate protezioni: si tratta soprattutto delle persone più deboli, dei nostri anziani e malati cronici o i pazienti oncologici o disabili.

Chiediamo dunque – continua il documento – a tutti che si faccia di tutto e al più presto per rifornire i nostri studi medici dell’occorrente per vincere questa “Guerra” venendo in debito aiuto alle prime linee dei Colleghi Ospedalieri.

L’appello della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, a rompere finalmente il patto di stabilità, che da sempre paralizza tutte le amministrazioni, permette ora di liberare risorse immediate, oltre che per il tessuto economico del paese, soprattutto per chi come noi è calato nella realtà di una pandemia che ha colto tutti di sorpresa. 

Ricordiamo che la Regione Lazio in data 28 febbraio 2020, in linea con le indicazioni nazionali, comunicava a tutti gli operatori del SSR attraverso una nota (con prot. n.182372) di impegnarsi a fornire ai MMG almeno 3 kit a settimana di dispositivi minimi di protezione e detergenti alcolici per la sala d’attesa.

 Ebbene quello che siamo qui a chiedere è che si cominci veramente ad essere operativi su quanto promesso”.

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