In fuga dall’Ucraina: la storia di una famiglia arrivata a San Cesareo
Hanno viaggiato per tre lunghi giorni attraverso tre frontiere, lontano dalla propria casa, lontano dalle bombe. È la storia della prima famiglia arrivata ieri sera a San Cesareo dall’Ucraina in autobus grazie a una catena di solidarietà che ha unito la Polonia e l’Italia.
Due minorenni e una mamma e con loro c’è anche il piccolo Nikita di pochi mesi.
Una famiglia spezzata per necessità che ha raggiunto qui nel territorio prenestino Svitlana e Caterina, altre due sorelle, residenti stabilmente da anni in provincia di Roma.
Sono state loro a chiedere aiuto al territorio prenestino per la propria famiglia e il territorio ha risposto.
Grazie a Donatella e poi Mario e Angelo questa famiglia è riuscita ad arrivare a San Cesareo e trovare una casa con tutto il necessario.
Per arrivare in Italia hanno pagato 95 euro ciascuno, una cifra non indifferente per una famiglia di modeste origini.
Angelo ha aperto le porte della sua casa a San Cesareo e si è dato da fare per avviare una colletta al fine di restituire loro quanto pagato per il viaggio.
“Sono arrivati con pochi spicci – dichiara Angelo a Monti Prenestini – e nei loro occhi vedi davvero la disperazione”.
Con loro hanno portato lo stretto necessario. Niente passeggino per Nikita, solo gli indumenti necessari per partire e proteggersi dal freddo.
E il freddo in questi giorni si è fatto davvero sentire. Sono tutti in buona salute.
All’appello mancano il papà e il fratello, gli unici due maschi della famiglia arruolati nell’esercito per necessità. Nessun uomo può lasciare l’Ucraina, la guerra chiama e tutti devono rispondere. Anche le donne partecipano sfamando i soldati o come volontarie sul fronte di guerra.
E l’emergenza purtroppo è solo all’inizio.
Grazie alle associazioni di Chernobyl e ai tanti ucraini presenti nel territorio stanno arrivando spontaneamente decine di persone – dichiara Donatella a Monti Prenestini. Ho saputo ad esempio, che due ragazze con bambini al seguito stanno arrivando in queste ore a San Cesareo per trovare ospitalità. È un’emergenza inimmaginabile. Nel nostro piccolo stiamo cercando di fare il necessario, ma purtroppo non sarà mai abbastanza”.
“A ieri sono più di 14 mila le persone che sono arrivate con reti interpersonali. Molte si muovono perché hanno parenti, amici e collegamenti. La metà sono donne, poi bambini e una quota minore di uomini”. Lo ha detto Fabrizio Curcio, capo del dipartimento di Protezione civile, a 24 Mattino su Radio 24, parlando dei profughi ucraini. “Con la delibera di stato di emergenza la Protezione civile in coordinamento con le Regioni, il ministero dell’Interno, i comuni, le reti di solidarietà sta mettendo insieme un sistema di monitoraggio, quindi sappiamo quante persone passano, dove passano- continua Curcio- poi ovviamente stiamo lavorando a quella rete di accoglienza che sarà una rete modulare, dipenderà molto dai numeri. In casi di numeri elevati si passa a dover ricorrere a situazioni straordinarie come il reperimento di alberghi o l’allestimento di strutture particolari”. “Adesso- spiega ancora Curcio- stiamo facendo questa analisi dei numeri per avere chiare l’accoglienza attuale e la prospettiva. E’ ovvio che nel momento in cui arrivano è un problema di strumenti che mettiamo in campo. La rete è talmente ampia e la generosità è talmente tanta che forse in maniera strutturale per la prima volta stiamo ragionando moltissimo con quelle che sono le reti ordinarie del terzo settore, per l’accoglienza e le famiglie che vogliono accogliere. Dobbiamo regolarizzare questa cosa”.