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La crisi degli apicoltori, ecco la situazione a Palestrina

Apicoltori italiani in crisi: vento, pioggia, grandine e neve hanno distrutto la quasi totalita’ delle fioriture primaverili da miele. Si stima manchino all’appello tra i 5 e i 10 milioni di chili di acacia, il miele piu’ richiesto sul mercato. Danni per almeno 25-50 milioni di euro, introiti di cui quest’anno gli apicoltori dovranno fare a meno. “Le aziende a vocazione economica – spiega Raffale Cirone, presidente nazionale della Federazione Apicoltori Italiani – sono allo stremo, servono nutrizioni supplementari o le api rischiano di morire di fame”.

A Palestrina la situazione è simile a quella del resto d’Italia. Abbiamo visitato una delle aziende leader del settore nel territorio dei Monti Prenestini, la Marini Apicoltori dei fratelli Valter e Mauro. “Qui la situazione è più o meno simile a quella del resto d’Italia – ci confidano. Basti calcolare che la produzione di miele di acacia si attesta sui 4,5 chili, che per noi vuol dire praticamente zero. In questa situazione, possiamo dire che non potremo far fronte ai costi. D’altra parte – aggiungono – è ancora troppo presto per dare un giudizio perché bisogna attendere le altre fioriture. Cerchiamo di difenderci come possiamo da questa continua ondata di maltempo che sta letteralmente uccidendo la produzione. L’augurio è che il tempo possa presto riprendersi”.

Le associazioni non esitano ad invocare la dichiarazione di stato di calamita’ per l’apicoltura. In questi casi, in effetti, interviene il Fondo di Solidarieta’ Nazionale (che gia’ in passato la FAI aveva chiesto e ottenuto che fosse esteso anche al comparto apistico) e gli agricoltori ricevono indennizzi per danni da maltempo. Il 2019 e’ l’anno in cui questi meccanismi vanno attivati, stimando l’entita’ dei danni subiti, appostando le risorse e semplificandone l’erogazione. “Urge un pronto soccorso – afferma Cirone – almeno per la mancata produzione di miele e prima che sia troppo tardi per la sopravvivenza delle nostre migliori realta’ produttive. Una richiesta d’aiuto che non puo’ e non deve restare inascoltata: l’apicoltura e’ preziosa risorsa dell’agricoltura italiana e non va lasciata nel pantano”.

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