
La fonte di Santo Stefano di Cave, l’acqua che curò anche Michelangelo
La fonte si trova all’interno del Parco naturale Villa Clementi, realizzato nel XIX secolo, che apparteneva in passato alla famiglia Clementi, circondata da un parco di circa 45 ettari
Dalla fonte di S. Stefano di Cave sgorga un’acqua minerale dalle svariate qualità terapeutiche descritte dal locale medico condotto, dr. Luigi Ariola. Costui, per più di 40 anni, studiò gli effetti di quest’acqua miracolosa annotandoli in un suo opuscolo attualmente conservato nella locale biblioteca comunale. E’ utile nelle malattie del ricambio e soprattutto nelle calcolosi; è efficace nelle varie manifestazioni della diatesi urica, nell’uricemia, nella gotta, nella renella, nella calcolosi tanto renale quanto vescicale. Giova in tutti quei disturbi originati dall’uricemia, in certe nevralgie, in qualche malattia della pelle, in tutte le forme infiammatorie delle vie urinarie.
La fonte si trova all’interno del Parco naturale Villa Clementi, realizzato nel XIX secolo, che apparteneva in passato alla famiglia Clementi, circondata da un parco di circa 45 ettari costituito sia da coltivi sia da centinaia di alberi secolari di alto fusto, di ogni genere e specie. Oggi quest’area protetta interessa il parco comunale di Cave, la villa storica, i viali alberati, le fontane e la sorgente di acqua oligominerale in questo ricompresa, ossia la “Fonte di Santo Stefano”.

L’acqua sgorga da sedimenti di origine vulcanica e contiene tracce di magnesio e di calcio. Durante l’ultimo conflitto mondiale, Villa Clementi, fu notevolmente danneggiata in quanto fu prima occupata dai soldati tedeschi e trasformata in autoparco e poi bombardata dagli aerei alleati. Alla fine degli anni Sessanta la quasi totalità del terreno appartenente alla Villa fu suddiviso in decine di lotti e venduti per costruirci un quartiere residenziale.
L’area cambiò completamente aspetto in quanto furono abbattuti viali alberati per dare spazio ad abitazioni e strade asfaltate. Contestualmente, la famiglia Clementi donò alla Città di Cave la parte del Parco che sovrasta la strada SS155, con una parte pianeggiante adibita a verde urbano e una parte in pendio occupata da tigli, acacie, cipressi, abeti e castagni. Oggi il Parco è riconosciuto dalla Regione Lazio quale Monumento Naturale protetto assieme alla sorgente di acqua “Fonte di Santo Stefano” e insieme costituiscono il Parco Comunale di Cave a disposizione dei cittadini con un ampio parcheggio a pochi metri dai maggiori servizi della Città.
Come raggiungere la fonte di Santo Stefano.
Sulla Strata per Fiuggi una volta sorpassato il centro abitato di Cave e la sua rotatoria posta in posizione centrale si prosegue per Genazzano e qui in prossimità di una curva sulla destra si trova l’indicazione Fonte di santo Stefano. Si prosegue per una stradina in discesa che in poche centinaia di metri conduce alla fonte.