
La nuova corsa agli acquisti, supermercati presi d’assalto. L’appello del sindaco di Labico: “Fare la spesa vicino casa”
Dopo la riduzione degli orari sono tornate le file interminabili, con il rischio anche della sicurezza, e le risse sfiorate. Le raccomandazioni della Regione Lazio e dei Comuni
Ok fare la spesa, ma questo non può giustificare file interminabili a piedi o in auto, con il rischio anche dell’incolumità fisica delle persone. Il Dpcm del Governo parla chiaro, con una raccomandazione a tutti i cittadini di scegliere il supermercato più vicino alla propria residenza.
Le code registrate negli ultimi giorni tra Palestrina, Labico e San Cesareo non vanno però proprio in questa direzione. In diversi casi sono scattate le denunce, ma in questi giorni la corsa all’acquisto sembra improvvisamente essere diventata incontenibile, tanto da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine e degli stessi sindaci. È il caso ad esempio di Labico dove il primo cittadino Danilo Giovannoli si ha diramato in queste ore un nuovo appello alla cittadinanza.

“Sebbene nessuna disposizione vieti di fare la spesa in altri Comuni, vi chiedo con il cuore in mano di raccogliere l’invito della Regione Lazio che faccio mio: siete pregati di comprare nel vostro Comune di residenza.
Quello che sta accadendo in questi giorni al CTS è infatti davvero incredibile: file interminabili che bloccano la Casilina già dalle 7 di mattina. I carabinieri e la municipale sono più volte intervenuti e hanno riscontrato che buona parte degli utenti non è residente a Labico.
Utilizziamo il buon senso, vi prego: questo virus lo sconfiggiamo rimanendo a casa e spostandoci solo per lo stretto necessario.
Fate la spesa nei vostri comuni: so per certo che Palestrina-Zagarolo-Valmontone hanno diversi supermercati disponibili a soddisfare le vostre esigenze, affollare il CTS mette a rischio la salute di tutti”.
Stessa situazione si verifica nella catena Eurospin e in particolare nei centri di Via Prenestina Nuova a Palestrina e in Via Casilina a San Cesareo, dove le cronache sui social parlano di file interminabili lunghe centinaia di metri.
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