Labico, arriva dall’Ucraina con una scheggia nell’occhio: la storia del piccolo Artur
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anno lasciato i papà in guerra per un Paese sconosciuto e nella testa sentono ancora il rumore delle bombe e delle mitragliatrici. Sono i bambini di Kiev, Leopoli e Chernobyl arrivati in questi giorni nel territorio prenestino e accolti a braccia aperte da sindaci, associazioni e protezione civili locali che stanno facendo un grande lavoro per restituire a queste persone un po’ di normalità.
A volte ci si scontra con nodi burocratici, altre volte con problemi di salute come febbre, covid o ferite. La storia di oggi arriva da Labico, che ha accolto già decine di profughi in fuga.
Lui si chiama Artur (foto) ed è arrivato nel borgo casilino con la mamma e grazie a un contatto di una parente residente nel territorio.
Artur è giunto qui dopo un viuaggio estenuante con una ferita all’occhio, danneggiato da una scheggia di legno.
Quando l’ho visto mi si è stretto il cuore – ci confida il sindaco di Labico, Danilo Giovannoli. Anch’io sono genitore e ho immaginato cosa provasse questo bambino. Ho cercato di darmi da fare per farlo medicare sul posto e per questo ringrazio di cuore il dottor Marco Giubilei per aver dimostrato da subito la sua disponibilità. Sono bambini – aggiunge al primo cittadino – feriti anzitutto nell’animo che cercano in noi un conforto. Prima di Artur avevamo accolto Caterina, che ora frequenta la nostra scuola e presto arriveranno tra i 12 e i 15 rifugiati a Labico. La Caritas ha lanciato un chiaro appello: mobilitiamoci, facciamo sentire a queste persone tutto il nostro affetto e calore.