
L’eccezionale ritrovamento nell’antica Tusculum
a cura della redazione
Ancora una volta l’antica Tusculum non smette di sorprendere e restituisce un tesoro di valore inestimabile, custodito fino ad oggi in condizioni eccezionali.
Nell’area di proprietà della Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini, gestore del sito, all’interno del complesso delle terme adrianee dell’antica Tusculum, è stata rinvenuta una statua femminile in marmo di età romana, a figura intera e grandezza naturale, realizzata a tutto tondo, della quale sono andati perduti la testa e parte degli arti superiori.
La figura femminile in marmo oggetto di questa presentazione è stata rinvenuta in uno degli ambienti termali scavati tra il 5 giugno e il 7 luglio 2023. Al momento del ritrovamento, si trovava sotto una serie di strati di epoca medievali che hanno permesso la conservazione della stessa.
DESCRIZIONE
Statua femminile realizzata in un blocco unico di marmo. È priva della testa, spezzata alla base del collo, parte dell’avambraccio destro e quello sinistro che presenta un perno metallico. Le superfici della statua sono ben conservate e l’esecuzione dei dettagli di grande precisione. L’impostazione generale della figura, sostenuta da una base rettangolare di 47 x 40 cm, ricavata anch’essa nello stesso blocco marmoreo, insiste sulla gamba destra avanzata, retta e ben appoggiata. La flessione della gamba sinistra produce la sporgenza del ginocchio e l’arretramento del piede con un leggero ed elegante innalzamento del tallone che solleva la pianta verso l’esterno. Questo movimento genera una leggera torsione della gamba destra sotto il bacino e l’inclinazione del torso verso il lato sinistro. I piedi sono entrambi scoperti in parte del dorso, parzialmente coperto dalle pieghe della veste, e nell’avampiede. È presente la parte inferiore di un puntello a sezione quadrangolare sulle pieghe arrotolate della veste sul lato destro che serviva, molto probabilmente a sostenere l’avambraccio.
Indossa un leggero chitone molto aderente sulla parte superiore del corpo e sul fianco destro, ricco di pieghe nella parte inferiore che copre completamente le gambe e parte dei piedi con dettagli esecutivi di grandissima eleganza. La veste scivola dalla spalla destra sul braccio lasciando scoperto il seno ed è allacciata alle braccia da una serie di piccoli bottoni. Un grande mantello appoggiato sulla spalla sinistra si dispone obliquamente verso il fianco destro scoprendolo leggermente. Sulla spalla destra, al di sopra del chitone, è allacciata una nebride con una doppia fascia, sul lato opposto al seno scoperto collocata tra il chitone e le spalle. È allacciata alla spalla destra con un nodo e sia sul lato anteriore che posteriore pendono le zampette e le unghie del cerbiatto. La pelle dell’animale si apre a triangolo sul petto con la testa che pende sul mantello e aderisce al corpo sul fianco sinistro della statua. Il mantello cade dritto dalla spalla sinistra e in diagonale verso il fianco destro avvolgendo le gambe e lasciando scoperta la parte inferiore del chitone con lunghe pieghe dagli orli mossi. L’esecuzione del chitone in questa zona inferiore è meno accurata.
CONFRONTI
La statua rinvenuta a Tusculum arricchisce un ristretto panorama di sculture tradizionalmente considerate repliche di un modello legato alla cosiddetta Afrodite armata di Epidauro. Appartenenti al modello dell’Afrodite di Epidauro esistono altre 5 copie, conservate rispettivamente ad Atene (Museo Nazionale), Monaco (Glyptothek), Genova (Palazzo Reale), Firenze (Palazzo Pitti) e Roma (da una collezione privata).
CRONOLOGIA
Metà I secolo a.C. – Metà I secolo d.C.