Metti un giorno a Palestrina… la Villa Imperiale e la Statua di Antinoo ai Musei Vaticani
La settimana scorsa vado dal cardiologo a Palestrina e porto mio padre con me. Arrivo presto e allora gli dico: “Ti porto a fare un giro, al cimitero.
Vedi quei resti? Sono i resti di una grande villa Imperiale, occupata poi, in parte, dalla chiesa di S. Maria in Villa e, dalla metà del 1800 dal cimitero comunale. La prima e unica volta in cui la visitai, mi ci portò il mio grande amico Cestini, assistente di scavo dell’allora Soprintendenza Archeologica per il Lazio. Mi portò dentro una tomba!
Si perché, mi spiegò: «Quando si rinnovano le tombe, noi vi scaviamo sotto e troviamo i muri della villa Imperiale». Poi mi portò al Museo Archeologico Nazionale di Palestrina, dove nel suo studio aveva una grande mappa con la pianta del cimitero e indicati in rosso, i muri trovati sotto alle tombe. Era come un puzzle. Secondo le fonti, la villa era già frequentata da Augusto e da Tiberio. Da Adriano e Marco Aurelio, che qui perse addirittura un figlio”.
Poi ho detto a mio padre: “Sono anche Guida dei Musei Vaticani, e lì, nella Sala Rotonda, c’è la più bella statua di Antinoo che esiste al mondo. E viene proprio da questa villa. Anzi, quando fu trovata, tra il 1792/93, la villa Imperiale fu chiamata di Adriano.
Si perché Antinoo era un bellissimo giovane originario della Bitinia, una regione che si affaccia sul mar Nero. Di lui si innamorò perdutamente l’ imperatore Adriano. Nell’anno 130 d.C., durante un viaggio in Egitto, Antinoo affogò misteriosamente nel fiume Nilo, forse ucciso dagli altri ragazzi, invidiosi.
L’imperatore stava impazzendo dal dolore e istituì il culto del dio Antinoo. Tutte le città dell’impero dedicarono un tempio e una statua al giovane sfortunato. Oggi se ne contano più di 100. Ma la più bella è codesta.
Rinvenuta a Palestrina nell’area della Villa Imperiale tra il 1792 e il 1793, fu portata a Palazzo Braschi a Roma, fu restaurata da Giovanni Pierantoni ed esposta nel palazzo fino al 1844 quando fu acquisita dal Museo Lateranense ed i fine sistemata nella sala Rotonda dei Musei Vaticani. È alta 3 metri, bellissima e rappresenta Antinoo con gli attributi di Osiride e di Dioniso. Nella bellissima crocchia dei capelli, tra pampini e grappoli d’uva c’era una testa di cobra (Ureus) trasformata in una pigna nel restauro.
E quando ci passo davanti e la faccio vedere ai turisti, sono orgoglioso che i Musei Vaticani, in fondo, in parte sono anche i Musei della Campagna Romana, casa mia”. (di Emilio Ferracci)