
Morire a 15 anni tra molti dubbi. Il caso di Valerio scuote le coscienze: mobilitazione a Labico
Sono passati ormai 1 anno e 7 mesi da quando il corpo di Valerio Frijia è stato trovato dilaniato dal treno Intercity diretto a Lecce nei pressi della stazione di Labico e ancora tanti sono gli interrogativi senza una risposta. In questi giorni famigliari e amici di Valerio sono tornati a mobilitare le coscienze per ricostruire con esattezza cosa è accaduto quella terribile notte del 13 gennaio.
E’ stato affisso un manifesto in via Casilina durante i giorni delle feste per il compatrono San Rocco ed è nata la pagina social su facebook Verità e giustizia per Valerio dove tutti i cittadini stanno cercando di dare il proprio contributo per far luce sulla vicenda. La speranza è quella di far ripartire le indagini anche in caserma, dove il caso sembra ormai chiuso definitivamente.
La ricostruzione (tratto dalla pagina Facebook)
Valerio era un normalissimo ragazzo di 15 anni cresciuto e residente a Labico. Proveniva da una buona famiglia di lavoratori, era uno studente modello e frequentava il secondo anno del Liceo Linguistico Niccolò Machiavelli a Roma. Giocava nella squadra di calcetto di Labico, era ben voluto da tutti, è sempre stato un ragazzo generoso, tranquillo che non ha mai avuto problemi con nessuno. Allora com’è possibile che un ragazzo di 15 anni possa avere avuto una morte del genere? Era il 12 Gennaio venerdì precisamente. Valerio torna da scuola, il padre lo va a prendere alla stazione, sembrava tranquillo, mangia un panino e si va a riposare. Verso le ore 16 esce e lí forse succede qualcosa. Quando rientra verso le 18 è arrabbiato tant’è che si chiude in camera per tutta la sera. I genitori provano a contattarlo, Valerio non risponde finché verso le 20 la madre che bussa insistentemente sulla sua porta riceve una risposta: “Mà lasciame riposa per favore”. Valerio non scende nemmeno per la cena, quel piatto di pasta preparato con amore dal padre non è mai stato mangiato. Dopo le continue chiamate sia verbali, sia telefoniche tutti pensano che Valerio stia dormendo. Alle 22:30 suona il citofono, erano due suoi amici che lo cercavano. Il padre cerca di chiamare Valerio che non risponde nuovamente, allora loro vanno via. Sono le 23 il papà va a dormire dopo una settimana stancante di lavoro, alle 23:30 viene svegliato dall’acqua che scorre in bagno per buoni 10 minuti, Valerio si è alzato probabilmente. Torna in camera chiude la porta e alle 00:06 esce di casa non facendosi sentire da nessuno. Dove va? Con chi?
Il ritrovamento
Il fratello Emanuele torna a casa alle 00:15, vede la porta di Valerio chiusa, pensa stia dormendo, si mette a guardare la TV fino alle 2 convinto che Valerio stia a casa. La mattina dopo la tragica scoperta, la madre apre la porta della camera di Valerio e vede che il figlio non c’è. Il fratello Emanuele esce a cercarlo vede la polizia mortuaria alla stazione di Labico e due pattuglie della polizia, ma non sa che stavano lì per il fratello. Alle 14 la famiglia va dai Carabinieri che la informa di un investimento ferroviario accaduto nella notte proprio a Labico. A Colleferro la famiglia riceve la notizia che purtroppo si tratta di Valerio. “Abbiamo chiesto di poter visionare i resti che si trovano all’obitorio di Torvergata – si legge sulla pagina Facebook Verità per Valerio- tale richiesta non viene accettata. Ci rimandano a casa senza nulla di concreto coscienti solo del fatto che mancava un pezzo della nostra famiglia. Arrivati alle 22 nemmeno ceniamo, il padre va alla stazione di Labico e camminando sulla banchina del binario 1 sotto un traliccio trova la scocca posteriore del telefono di Valerio. Il giorno dopo andiamo alla stazione per cercare nuovamente altri indizi e troviamo il suo calzino fantasmino bianco. Da lì ogni giorno andavamo alla stazione e a nostro rischio e pericolo più andavamo oltre la banchina del binario 1 verso Zagarolo più trovavamo oggetti e non solo purtroppo. Già perché forse per sbrigarsi a riaprire la linea ferroviaria , la pulizia dei resti non è stata fatta bene. Troviamo varie parti del corpo sminuzzate, resti del telefono tra cui la scheda SIM non dannegiata(importantissima) e la scheda madre del telefono di Valerio. Purtroppo trovare la mascella con i denti attaccati di colui che ha il tuo stesso sangue è stata la scena più brutta che ho visto in vita mia e sicuramente non vedrò mai di peggio. Consegniamo personalmente tutti i resti organici e telefonici trovati sui binari alle autorità che stavano seguendo il caso, paradossalmente le parti del corpo non volevano accettarle, abbiamo insistito e dopo qualche ora hanno accettato di portarle all’obitorio di Torvergata”.
L’appello del fratello
“Allora vorrei precisare un po’ di cose. Abbiamo iniziato – scrive Emanuele Frjia su Facebook – da quasi due settimane una campagna di sensibilizzazione sui social per rispolverare la tragica morte di Valerio che era stata completamente dimenticata da tutti. Molti di voi si sono chiesti, a cosa serve fare una campagna sui social? Serve a ricordare a tutti quanti quello che è successo un anno e 7 mesi fa, dato che si pensa sempre alle festicciole di paese e non si parla mai di uno dei fatti più drammatici che sia successo nel nostro piccolo paese di 6500 abitanti, e non lo dico solo perché sono il fratello, ma perché almeno negli ultimi 20 anni non ricordo a Labico un evento di cronaca nera così complesso. E allora vi chiederete sicuramente, a cosa serve ricordare? Serve perché la morte di Valerio è ancora avvolta nel mistero, quindi più se ne parla maggiore è la probabilità che anche un piccolo dettaglio riguardante quella maledetta sera esca fuori.
Ho notato tristemente diverse personalità in queste settimane. Quelli che attaccano le persone che mi stanno aiutando (SENZA INTERESSI SECONDARI) in questa triste “battaglia” con post ridicoli mettendo in mezzo fatti che non c’entrano nulla, perché lo fate? Perché vi da fastidio? Poi ci sono i finti tonti, cioè quelli che dicono che di queste cose si deve occupare la magistratura. Ma quale magistratura? Ma perché secondo voi in Italia esiste la giustizia? Non parlo da sprovveduto, so benissimo quello che scrivo. Infine ci sono persone che dicono che la vicenda non gli interessa, apprezzo la sincerità e potete benissimo bloccare me e tutti gli altri che pubblicano qualcosa riguardante Valerio, non ci offendiamo mica. Tengo a precisare che questa campagna non ha nulla a che fare con la politica.
Non conosco nemmeno i nomi dei rappresentanti del consiglio comunale, non seguo la politica di Labico, anzi me ne frega ben poco. Ben vengano i commenti sinceri, prego cortesemente di non attaccare le persone che mi stanno aiutando quando si parla di questa storia, poi se avete problemi fra di voi per altri motivi risolveteli in privato. Ultima cosa, non ho mai detto che tutto Labico è omertoso, ma sicuramente non potete dire che l’omertà non c’entra nulla dato che (ripeto) Labico è un paese di 6500 abitanti molti sanno e nessuno parla. Le istituzioni e le autorità competenti ci hanno completamente abbandonato, non cercate di mettere il bavaglio anche a questa innocua campagna perché allora significa che siete in malafede. Se qualcuno di voi ha problemi contattate il sottoscritto, mi prendo tutte le responsabilità di quello che sta succedendo. Vi auguro una buona serata”.