
MOSTRE – Il premio Genazzano, arte a Castello
Nel fertile ed eterogeneo panorama della pittura degli anni Cinquanta del secolo scorso, il “Premio Genazzano” costituisce un fenomeno di particolare interesse, e per la continuità storica che ne ha caratterizzato le edizioni e, soprattutto, per le tendenze artistiche che ivi vennero a confluire, rappresentando per esse un circuito alternativo di esposizione delle opere.
Organizzata consecutivamente dal 1953 al 1970 (con unica esclusione del ’69), la manifestazione documenta con le sue opere, oggi raccolte nella collezione del Centro Internazionale d’Arte Contemporanea di Castello Colonna, le esperienze più significative del figurativismo di quegli anni e le sue connessioni con quei movimenti e singole personalità, legati per lo più ai primi decenni del secolo. Una mostra annuale, un incontro con la pittura orientato, come si legge nei testi sin dalle prime edizioni, “verso le giovani generazioni degli artisti italiani” e le ricerche espressive maggiormente impegnate “nei problemi e nei conflitti della realtà [politica e sociale] contemporanea”.
Seguendo un’impostazione cronologica, la mostra intende analizzare i momenti fondamentali del Premio ed i protagonisti che, con la loro partecipazione, ne sostennero gli intenti istituendo con il contesto e con i luoghi del genazzanese un rapporto privilegiato.
La prima sala è dedicata alle edizioni d’apertura, segnate dalla presenza di alcuni dei maggiori esponenti di generazioni precedenti che costituirono un vero e proprio indirizzo di ricerca per gli artisti “realisti” dell’immediato dopoguerra ed oltre. Accanto allo splendido ritratto de “L’uomo che tempera un fuscello” di Antonietta Raphaël (fondatrice insieme al compagno Mafai della “Scuola di via Cavour” e vincitrice alla prima edizione del premio, nel 1953), è “Il muro torto” appartenente ai paesaggi romani dell’ultimo periodo di Francesco Trombadori, premiato all’edizione del 1954. Nella stessa sala “Chiusura al ristorante” di Alberto Sughi (primo premio alla V mostra, 1957) rappresenta una netta propensione della manifestazione a rivolgersi verso gli artisti più giovani, nel cui lavoro poter comunque individuare una ricerca già matura.
Appartenenti alla stessa generazione di Sughi, ma quasi agli antipodi per temperamento e scelte linguistiche sono gli autori delle opere presentate nella seconda sala: Renzo Vespignani, Ugo Attardi, Ennio Calabria, Alberto Gianquinto, Piero Guccione. Tra i fondatori nel 1961 del gruppo “Il pro e il contro” insieme a Fernando Farulli e ai critici Antonio Del Guercio, Dario Micacchi e Duilio Morosini, questi artisti rappresentano una voce costante del Premio tra la fine degli anni Cinquanta e la metà degli anni Sessanta, tanto da divenire talvolta il simbolo della manifestazione stessa. In questo periodo le incisioni di Vespignani, ispirate a scorci paesaggistici di Genazzano, figurano in almeno tre copertine del Premio (1960, 1961 e 1966), mentre in occasione della XI mostra del ’63, appena un anno dopo l’inaugurazione della Pinacoteca, una rassegna di opere fuori concorso ne vede la presenza accanto agli altri componenti del gruppo, consolidando così il loro ruolo di artisti di rilievo del premio.
La terza sala espone le opere di due delle figure più influenti dell’ultimo lustro della mostra-premio. Alla metà degli anni Sessanta risale la collaborazione con Domenico Purificato, al quale viene assegnato nel ’67 il primo premio per “Donna con canestro”. Nel ’68 e nel ’70 Purificato compare nella giuria di selezione delle opere e partecipa in mostra con due dipinti fuori concorso, “Il gallo” e “Cavallo bianco”. A chiudere le vicende dell’ormai “Mostra Nazionale d’Arte Figurativa” (denominazione ufficiale dal 1968) è un altro artista di spicco del Premio, Dante Ricci. Di origine genazzanese, docente oltre che pittore, Ricci è in questi anni tra le forze più attive nell’organizzazione delle esposizioni, a cui prende parte anche come membro della giuria. Nel 1970 presenta il suo “Nudo sdraiato” acquistato dalla Pinacoteca per la diciassettesima e ultima edizione.
Il percorso espositivo termina nelle ultime due sale con una sintetica ricognizione delle altre personalità che furono ospitate nelle diverse manifestazioni. Ernesto Treccani (secondo premio nel 1966 alla XIV mostra con “Composizione”), Carlo Quattrucci, primo premio nel 1964 con “Linciaggio notturno”, Valeriano Ciai, tra gli artisti più assidui, secondo premio con “Nudo” nel 1956 e terzo premio nel 1962 in ex equo con “Composizione” di Aldo Turchiaro, di cui è presente in mostra anche “Ritratto di A. Presta” (primo premio nel 1961). Nella quinta sala è esposta, infine, una selezione di opere grafiche appartenenti alla collezione CIAC, in cui figurano incisioni e disegni, oltre che di Attardi, Calabria, Guccione, Vespignani, Ricci, Quattrucci, Turchiaro anche di Raffele Lippi, Giacomo Porzano, Lorenzo Tornabuoi.
a cura di Francesca Tuscano
Museo Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea
Castello Colonna Piazza San Nicola, 4
Opening: sabato 16 febbraio ore 17,00
Orari: 10.00-13.00 / 16.00-19.30 sabato e domenica
Ingresso: gratuito