Nel Lazio il 40% degli studenti è in Dad o didattica mista: boom alle primarie
Circa il 40% delle scuole del Lazio è in dad o in didattica mista. O almeno lo sono la maggior parte delle classi. Ciò significa, solo a Roma, oltre 200 mila studenti dai tre ai 19 anni. A dominare la classifica sono le scuole primarie con i bambini più piccoli sempre più alle prese con la didattica a distanza. Questo quanto emerge da un sondaggio condotto dalla Uil Lazio e dalla Uil scuola e aggiornato allo scorso giovedì 20 gennaio.
“La situazione cambia rapidamente- commenta il segretario della Uil scuola, Saverio Pantuso- e ci troviamo costantemente di fronte a situazioni difficili da gestire poiché, da quanto riferiscono gli stessi dirigenti scolastici, spesso accade che l’autosorveglianza divenga dad dopo cinque giorni, perché alcuni ragazzi risultati negativi al primo tampone, si rivelano poi positivi al secondo. E quindi bisogna velocemente riorganizzare il tutto. A scuola in primis, ma anche in famiglia visto che soprattutto i più piccoli non sono in grado di gestire connessioni e lezioni on line. Dagli Istituti scolastici del Lazio giungono quotidiane richieste di aiuto. La situazione di gestione delle scuole è diventata insostenibile ed i numeri dei casi positivi non corrispondono affatto a quello che gli organi istituzionali ci vogliono far credere”. E la situazione non migliora di certo nelle scuole secondarie di primo e secondo grado dove la gestione è differenziata a seconda che vi siano uno, due o tre studenti positivi, vaccinati o non vaccinati, attivazione di Dad anche per singoli casi. Ed è spesso la scuola a dover decidere come procedere, accollandosi una serie di adempimenti che non sono di propria competenza, perché le Asl territoriali, fronteggiando centinaia di casi alla settimana, non riescono a fornire riscontri tempestivi. E così c’è il dirigente che manda tutta la classe in dad con tre positivi, come previsto dall’ultimo decreto, ma anche chi decide di far seguire le lezioni on line solo ai positivi – anche più di tre – e di mantenere la frequenza in presenza per gli altri studenti. “Dopo le vacanze di Natale abbiamo avuto dalle famiglie diverse segnalazioni di positività, anche cinque in una stessa classe- ci ha raccontato la preside di un liceo romano- ma non avendo ricevuto risposta dalla Asl, abbiamo deciso di mantenere in presenza gli studenti negativi, dando per scontato che non vi fossero stati contatti tra i ragazzi durante la pausa natalizia”.
“Una situazione che non ci sembra rispecchi minimamente le dichiarazioni ottimistiche del ministro Bianchi- commenta il segretario generale della Uil Lazio, Alberto Civica- dal sondaggio effettuato emergono fortissime criticità e numeri in costante aumento. Siamo circa al 40% delle classi in quarantena o in dad. Numeri che non ci fanno certo dormire sonni tranquilli, per i nostri ragazzi in primis e poi per tutto il personale scolastico, cui è stato dato un carico troppo oneroso che va molto al di là dei propri compiti. E se è vero che in una situazione di emergenza tutti dobbiamo rimboccarci le maniche, è anche vero che più che mistificare la realtà bisognerebbe agire con concretezza e spirito critico, incrementando i dispositivi di protezione e prevedendo magari tamponi gratuiti all’ingresso delle scuole, norme meno cavillose e sostegno alle famiglie, costrette spesso ad assentarsi dal lavoro per seguire i figli a casa in dad. Non si può non tener conto di queste esigenze e di questi dati e bisogna agire di conseguenza. Cosa è stato fatto durante l’estate per ampliare gli spazi all’interno dei plessi scolastici, spesso angusti? E per areare i locali? Ci sono scuole in cui i ragazzi svolgono parte delle lezioni all’aperto perché le classi sono in sovrannumero e scuole dove sono state istallate in cortile delle apposite strutture dove però piove all’interno. Il tutto in un momento in cui la temperatura sfiora, soprattutto al mattino presto, gli zero gradi e in cui un semplice starnuto fa sobbalzare studenti e docenti dalle sedie”.