
Omidio Willy, Gabriele Bianchi chiede perdono: “Non sono un assassino”
a cura della redazione
Si arricchisce di un nuovo capitolo l’infinita storia dell’omicidio del giovane ragazzo palianese Willy Monteiro Duarte. Circa un anno dopo la sentenza di condanna all’ergastolo insieme al Fratello Marco a parlare rilasciando una dichiarazione spontanea durante le fasi iniziali del processo di Appello che si sta svolgendo a Roma è Gabriele Bianchi.
Come si ricorderà dopo la condanna di luglio del 2022 i fratelli di Artena avevano deciso di cambiare la strategia difensiva abbandonando l’avvocato Pica che li aveva difesi entrambi.
“Non è facile parlare di un ragazzo che non c’è più – ha detto al microfono Gabriele Bianchi – Non è vero che non ho mai parlato del dolore della famiglia. Mi sono inginocchiato e ho chiesto scusa. Ma so che non è abbastanza. Sento dentro di me un peso per quello che è successo. Non sono un assassino, non sono un uomo senz’anima. Non ho colpito Willy e so che voi lo accerterete. Io dovrò rispondere solo per ciò che ho fatto e forse anche per essere andato lì”.
Nel finire del suo intervento il giovane di Artena ha ammesso l’errore. “Mi hanno dato l’ergastolo perchè dicono che ho dato colpi. Non è vero. Non sono un pazzo omicida. Siamo andati perché chiamati e richiamati. Ma è stato un errore”.