
Ospedale di Palestrina, è tutta un’altra emergenza Covid. E ora i sindacati alzano la voce
Boom di accessi al pronto soccorso. Posti letto che iniziano a scarseggiare. La Cisl: “Serve nuovo personale”
Il boom di contagi registrato negli ultimi giorni nell’Asl Roma 5, con centinaia di casi al giorno, si fa sentire anche nelle stanze dell’emergenza Covid dell’ospedale di Palestrina, dove si registrano code nelle sale di attesa. Voci di corridoio parlano di 30 pazienti in attesa solo nella giornata di oggi. Quaranta i ricoverati, come da protocollo regionale, ma l’impressine è che la dirigenza dovrà aumentare i posti letto nei prossimi giorni fino a un massimo di 60-80 posti, come da documenti di analisi.
Intanto i sindacati alzano la voce e chiedono l’assunzione di nuovo personale per far fronte alle criticità di questi giorni.
“Condanniamo la scelta intrapresa da codesta azienda , volta alla quanto mai repentina apertura della RSA di Zagarolo in quanto avviene in un momento di estrema criticità sanitaria visto il notevole aumento dei casi di pazienti affetti da COVID_19 e la conseguente necessità di reperire posti letto da destinare a all’assistenza di tali pazienti – si legge in una lettera a firma di Dimitri Cecchinelli, Silvia Menegatti e Giovanni Ienne (delegati Cisl).

Proprio a tal fine, questa azienda ha giustamente provveduto alla riconversione del PO di Palestrina in Covid Hospital – aggiunge la Cis – ma veniamo purtroppo a sapere che dal suddetto ospedale è stato spostato un importante quantitativo di personale,tra infermieri e oss, e destinato alla RSA. Benché il personale in questione fosse stato assunto specificatamente per l’RSA – aggiunge la Cisl – esso era stato temporaneamente assegnato ai vari presidi ospedalieri tra cui quello di Palestrina. Riteniamo pertanto priva di qualsiasi fondamento logistico ed organizzativo,la decisione di sguarnire un presidio ospedaliero che è stato destinato alla lotta al SarsCoV_2 e che rispetto alla gestione della prima ondata pandemica è stato potenziato in termini di posti letto ma depotenziato dal punto di vista della dotazione organica.

A fronte di quanto fin qui illustrato, si chiede di provvedere ad un tempestivo adeguamento dell’organico sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo alfine di garantire adeguati livelli di assistenza ai pazienti affetti da questa spietata patologia e, non meno importante, adeguati livelli di sicurezza e di recupero dallo stress psico/fisico dei lavoratori tutti, che sappiamo essere particolarmente pesante in un momento in cui sono chiamati a lavorare e a proteggersi dall’elevato rischio di contagio.
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