
Palestrina e la storia del quartiere il Borgo
di Lorella Di Numzio
Dopo la distruzione di Palestrina del 1437, da parte del card. Vitelleschi, i Colonna nel 1449, iniziarono una delle più importanti imprese da loro ideate: la costruzione del quartiere Borgo.
L’impianto urbanistico non soltanto si sviluppò su tutto l’asse est-ovest del tempio, sfruttando le rampe ascensionali, ma anche sulla zona terrazzata che si affaccia sulla cattedrale.
“Borgo” è una parola tedesca portataci dai longobardi e significa, come si sa, “luogo fortificato in alto” e infatti il quartiere fu costruito con opportune difese.
Dopo l’ultimo devastante bombardamento del 1944 e quando la polvere della case distrutte si era del tutto diradata, una visone apocalittica apparve agli occhi dei superstiti. Era uscito fuori un colosso di pietra mai visto prima d’allora e tutti si domandarono cosa fosse mai. Il Tempio della Fortuna Primigenia.
Sulla struttura templare non fu più consentito costruire e fu ritenuto dai proprietari una beffa: la casa distrutta e i terreni confiscati dallo Stato.
Tra la popolazione crebbe di giorno in giorno l’odio per tutto ciò che era stato dichiarato di interesse archeologico. Accadeva ancora una volta ciò che disse Strabone nel descrivere la sorte dei prenestini: “E gli abitanti, se costretti alla resa da un assedio, oltre al danno causato alla città devono anche fare i conti con la disgrazia di vedersi confiscato il terreno, perchè considerati responsabili di colpe non proprie”. (Cenni storici delle Rubriche di Peppino Tomassi – Foto: Lorella Di Nunzio)