
Palestrina, la città e le bombe. Com’è vicino quel lontano 1944
Il ritrovamento di un ordigno bellico di matrice americana nella zona di Torresina riporta Palestrina a quel lontano 1944, l’anno del più terribile bombardamento avvenuto a sud di Roma.

Per la sua importanza strategica elevata, Palestrina già dal novembre 1943 comincia a subire i primi bombardamenti alleati. Se all’inizio i raid aerei anglo-americani erano diretti a convogli o a centri strategici in periferia, con l’inizio dell’operazione Shingle (lo sbarco di Anzio-Nettuno) il 22 gennaio 1944 anche l’abitato subisce intensi bombardamenti che iniziano a fare numerosi morti tra i civili.
Nel periodo che va dal gennaio 1944 al giugno dello stesso anno la ciità continua ad essere bersaglio delle bombe alleate. Ed è poco dopo l’avvio dell’operazione Strangle, (operazione alleata che si pose come obiettivo quello di tagliare le vie di comunicazioni, attraverso le quali, dal nord Italia, l’esercito tedesco si riforniva) nella primavera del 1944, che Palestrina subisce il più devastante bombardamento. Il 1 giugno 1944 numerose fortezze volanti bombardano il centro abitato del paese che, dopo il loro passaggio, risulta distrutto per la sua quasi totalità.
La cittadina ormai ridotta un cumulo di macerie, sotto le quali viene rinvenuto il Tempio della Dea Fortuna, viene liberata la mattina del 4 giugno 1944 da truppe del Corpo di Spedizione Francese in Italia, mentre il grosso dell’esercito alleato aveva deviato da Valmontone per dirigersi sulla Capitale.
LA BOMBA DI OGGI
Secondo le prime analisi degli artificieri, quella bomba fu lanciata in zona Torresina per distruggere ma non esplose per un cattivo funzionamento a causa probabilmente di un volo a bassa quota. Per il disinnesco a Palestrina interverranno i soldati del Sesto Reggimento Genio Pionieri dell’esercito di Roma. Secondo le prime indiscrezioni, la bomba verrebbe dfisinnescata sul posto e successivamente trasportata in un’area sicura di Carchitti.
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