
Processo fiume Sacco, la verità sulla contaminazione
“La diffusione dei contaminanti non ha avuto un’unica origine- ha dichiarato la teste- e, alla luce della mappatura analitica dell’Arpa Lazio, sappiamo che esistevano sedimenti di betaesaclorocicloesano a monte dell’immissione del fosso Cupo nel fiume Sacco”. Il Sacco e’ stato contaminato, dunque, ma, secondo la consulente di parte, “le acque bianche non sono state il vettore di tale contaminazione” e “le quantita’ di sostanze contaminanti presenti non eccedevano i limiti che- ha aggiunto- avrebbero dovuto essere applicati”, cioe’ “quelli previsti dalla normativa vigente per gli scarichi di reflui”.

L’Arpa, avrebbe “utilizzato i limiti piu’ restrittivi relativi ai corpi idrici superficiali significativi, non applicabili alle acque bianche- ha sostenuto la teste in aula- ma le motivazioni tecniche non sono sufficienti ad argomentare questa adozione”.
Esisterebbero poi, ha aggiunto Pellegrini interrogata dagli avvocati, “incongruenze rispetto alla verbalizzazione dei campionamenti”, oltre alla “non completa disponibilita’ della documentazione”.
Al controesame della relazione, pero’, l’avvocato di parte civile, Vittorina Teofilatto, ha contestato la tesi esposta da Pellegrini riportando i dati dei campionamenti sui sedimenti presenti nelle condutture interrate, contenuti in una delle relazioni Arpa che la teste ha dichiarato di non ricordare, “in cui i valori di beta-HCH risultano essere superiori del 100mila%, cosi’ come risultano dati altissimi di microgrammi di beta-HCH
per litro nelle acque delle condotte e per chilo nei sedimenti.
Come si spiegherebbe una percentuale cosi’ alta nei sedimenti dei collettori?”. E “da quale punto”, tecnicamente, “sarebbe partita la contaminazione da beta-HCH”, ha aggiunto l’avvocato di parte civile Massimo Guadagno, se e’ vero che a Valmontone, prima che il Sacco giunga nel territorio di Colleferro, “gli accertamenti hanno dato esito negativo?”. Domande a cui la teste ha risposto rimandando agli esiti di un’indagine sui sedimenti che sara’ depositata, con un’ulteriore consulenza di parte, nel corso delle prossime udienze.
Il processo proseguira’ con gli esami degli imputati, la discussione del pubblico ministero e delle parti civili.
L’avvocato Teofilatto ha depositato agli atti la relazione Arpa datata 21 ottobre 2006. La prossima udienza e’ fissata per il 24 giugno.
