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Psicologa di Palestrina: “Ecco alcuni consigli per superare questo momento”


Il contributo di Angela Proietti Libianchi Psicologa-Psicoterapeuta Ordine Psicologi del Lazio

Da qualche giorno a questa parte le nostre vite sono profondamente cambiate, in tanti modi diversi.

C’è chi sperimenta la solitudine: persone che sono passate da uno stile di vita frenetico ed altamente socializzante ad uno più solitario e tranquillo.

Altri, invece, vivono una frenesia del tutto nuova e si trovano a fronteggiare  persone impaurite, arrabbiate, senza avere le risorse e l’energia necessaria per affrontare tutto: il personale ospedaliero, quello delle farmacie, quello dei supermercati presi d’assalto da centinaia di persone ancor prima che potessero munirsi dei presidi obbligatori per legge.

 È un momento delicato, per tutti. Un momento nel quale non solo siamo invasi da emozioni contrastanti, ma abbiamo anche tutto il tempo per rimuginarci sopra, con il rischio di ingigantire oltremisura una condizione già grave di per sé. 

Credo sia importante riassumere il vademecum diramato dal consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi in merito a questa esigenza.

Il Nuovo Corona Virus ci fa paura, ma la paura è un’emozione potente e utile. È stata selezionata dall’evoluzione della specie umana per permettere di prevenire i pericoli ed è quindi finalizzata ad evitarli. Ovviamente la paura funziona bene se è proporzionata ai pericoli. Oggi molti pericoli non dipendono dalle nostre esperienze, ne veniamo a conoscenza perché sono descritti dai media e spesso distorti dai messaggi che circolano in rete.

Siamo preoccupati della vulnerabilità nostra e dei nostri cari e cerchiamo di renderli invulnerabili. Ma la ricerca ossessiva dell’invulnerabilità è controproducente perché ci rende eccessivamente paurosi, incapaci di affrontare il futuro perché troppo rinchiusi in noi stessi.

Il Nuovo Corona Virus è un virus contagioso, ma come ha sottolineato la fonte OMS su 100 persone che si ammalano, la maggior parte ha problemi lievi. Le misure collettive hanno lo scopo di arginare l’epidemia. 

Farsi contagiare dal panico collettivo ci porta ad ignorare i dati oggettivi e la nostra capacità di giudizio può affievolirsi. Molti provano ansia e desiderano agire e far qualcosa pur di far calare l’ansia mettendo in atto comportamenti irrazionali e poco produttivi.

Saccheggiare un supermercato è uno di questi comportamenti: fare scorta di cibo, lasciando gli scaffali vuoti, conferma il pensiero che ci siano poche scorte di cibo e incoraggia gli altri a comprare più di quanto necessario. 

La regola fondamentale è mantenere un equilibrio tra il sentimento di paura e il rischio oggettivo, dobbiamo considerare una sorta di curva della paura: sottovalutare il problema non è efficace, ma sopravvalutarlo ha gli stessi risultati.

La strada per trovare il giusto modo di affrontare serenamente questo periodo di vita è quella di seguire tre buone prassi descritte dall’ordine nazionale degli psicologi:

  1. Evitare la ricerca compulsiva di informazioni, usare fonti informative affidabili.
    1. Dedichiamo un tempo “definito” all’informazione sulla pandemia. Un’ora? Un’ora e mezza? Dobbiamo comprendere che aggiornarci quotidianamente è una buona prassi, sempre; ma farlo compulsivamente crea danni alla nostra salute e alla nostra percezione del pericolo.
  2. Il Coronavirus è un fenomeno collettivo e non individuale.
    1. Ci dobbiamo proteggere come collettività responsabile seguendo le indicazioni dell’ Istituto superiore della sanità ( http://www.epicentro.iss.it/coronavirus/ )., del ministero dell’interno (http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/).
  1. Agisci collettivamente e responsabilmente per un fenomeno collettivo.
    1. Aiuta gli altri a comprendere meglio come comportarsi. Puoi farlo leggendo i giornali, di qualsiasi tipo, ma condividendo responsabilmente le informazioni

Prima di condividere un articolo, accertiamoci, leggendo i siti dedicati, che dia le informazioni corrette. 

  1. Sii responsabile: Durante questi periodi si sviluppa un fenomeno chiamato “Infodemia” cioè la diffusione di notizie di veri e finti esperti, specialisti improvvisati e persone riportano solo per “sentito dire”.

Stare attenti alle informazioni che si condividono è un’azione sociale responsabile tanto quanto mettere la mascherina: aiuta a bloccare il “contagio dell’allarme psicologico permanente”. Come detto prima, allarmarci è controproducente, per tutti.

  1. Non avere paura di chiedere aiuto. Se pensi che la tua paura o ansia siano eccessive non aver paura di chiedere aiuto ad un professionista. Non è debole chi chiede aiuto per aumentare le proprie risorse e quelle dei propri cari. 

Manzoni, in relazione alla peste disse: “Il buon senso se ne stava nascosto per paura del senso comune”. Eco andiamo a scalzare il senso comune, ma non con il buon senso di Manzoni, ma con la scienza e la razionalità. La psicologia permette di capire in modo razionale anche quello che non si presenta come tale, ma che va capito e rispettato. 

Angela Proietti Libianchi Psicologa – Psicoterapeuta

Ordine Psicologi del Lazio