Quando i soldati ucraini diedero la vita per Palestrina
C’è un episodio storico che unisce la Russia, l’Ucraina e Palestrina e riguarda ancora la guerra. Non quella in corso, naturalmente, ma quella disastrosa del 1944, il periodo più buio della storia europea.
Ogni anno e precisamente il 9 marzo, la città di Palestrina insieme all’ambasciata russa e quella ucraina ricorda il sacrificio dei soldati sovietici nella Resistenza italiana.
Erano soltanto tre, ma la loro esperienza nella lotta al nazismo, è stato un elemento prezioso nel percorso della pace in Italia, in un territorio tra i più colpiti dell’intera nazione. Vassilj, Anatolj e Nicolaj, questi i nomi dei soldati sovietici (russi e ucraini) caduti in combattimento, erano giovanissimi come gli altri diciotto connazionali di cui è vivo il ricordo nella popolazione prenestina.
Un rapporto che si è tramutato in alcuni casi in vere e proprie amicizie, per il coraggio mostrato e per il rispetto mantenuto nei confronti della popolazione civile.
Nicolaj Demiacenko, Anatolij Kurepin e Vassilij Skorokhodov erano soldati dell’Unione Sovietica, già prigionieri in un campo di concentramento di Monterotondo che si unirono alla lotta partigiana sui Monti Prenestini e furono uccisi in uno scontro a fuoco con i Tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il loro ricordo, impresso nella pietra in un monumento del Cimitero Comunale che ricorda tutti i caduti di Palestrina, è vivo nella memoria della Città.
Condanniamo fermamente l’attacco ingiustificato della Russia all’Ucraina. Siamo vicini al popolo Ucraino, uomini, donne e bambini innocenti nell’affrontare questa crisi senza precedenti.<br /> Ora la comunità internazionale risponda in maniera decisa e coesa per fermare il conflitto.