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Risonanza magnetica, l’odissea dei malati ai Monti Prenestini. Tra attese e costi esorbitanti

Per le urgenze l’alternativa è solo pagare e la differenza non è di poco conto. La risonanza magnetica con o senza contrasto è uno dei servizi basilari per una struttura sanitaria, eppure l’Asl Roma 5 continua a vantare il triste primato in tutta la regione di non disporre ancora di un macchinario nei suoi 5 ospedali.

Il risultato è appunto che per le urgenze bisogna mettere mano al portafoglio. Sul territorio dei Monti Prenestini abbiamo raccolto alcune testimonianze dei pazienti. L’unica alternativa per usufruire di una prestazione convenzionata è l’ospedale di Valmontone, ma con i carichi pesanti di tutto il territorio, qui i tempi medi per prenotare una risonanza sono di 5 mesi, che non è proprio un’urgenza. L’alternativa è allora pagare totalmente la prestazione, che per una risonanza total body ad esempio si aggira intorno ai 280 euro (contro i 20-40 euro del ticket): in questo caso i tempi di attesa si riducono a 1 settimana/15 giorni. Il Tribunale del Malato in una recente lettera inviata al sindaco di Palestrina e ai vertici dell’Asl è tornato a sollevare la questione.

“Stiamo parlando – si legge in una nota del sindacato Fials – di circa 200 mila cittadini distribuiti tra i comuni di Colleferro, Guidonia, Monterotondo, Palestrina, Subiaco, Tivoli e Valmontone che si sono guadagnati sì 6 ospedali e ben 2 case della salute, ma altrettanto non possiedono uno strumento sofisticato come la Rmn in grado di eseguire certe diagnosi accurate. Malgrado la Regione abbia stanziato circa 600 mila euro nel 2017 a oggi, o meglio, a fine febbraio scorso con tanto di documento aziendale viene prevista una spesa di ben 470.756,00 euro per creare un ambiente idoneo dove collocare una strumentazione di risonanza magnetica”.

UNA LEGGE NON APPLICATA

Il sistema sanitario nazionale deve garantire una prestazione in 72 ore se urgente, entro 10 giorni se c’è il codice «breve», entro 30 giorni per una visita e 60 per un esame se è differibile, e ancora entro 180 se è programmata (dal 2020 entro 120). È il medico che al momento della prescrizione indica il codice di priorità sulla ricetta. Se l’attesa è più lunga, e troppo spesso lo è, c’è un decreto legislativo — il 124 dell’aprile 1998 — che prevede: «Qualora l’attesa della prestazione richiesta si prolunghi oltre il termine (…), l’assistito può chiedere che la prestazione venga resa nell’ambito dell’attività libero-professionale intramuraria, ponendo a carico del sistema sanitario la differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione e l’effettivo costo di quest’ultima, sulla scorta delle tariffe vigenti». In sintesi vuol dire che è possibile utilizzare la libera professione dentro l’ospedale pubblico e pagare solo il ticket. La norma di fatto non è mai stata applicata perché sconosciuta ai pazienti. La ministra alla Salute Giulia Grillo l’ha appena rilanciata come una novità, ma sulla fattibilità non è ancora dato sapere.

LA SITUAZIONE DELL’ASL

Recentemente la Regione Lazio ha annunciato «per la Asl Roma 5 oltre 2,8 milioni di euro per tre Tac, una Risonanza Magnetica e due S-Scan». Ma, già nel marzo del 2014, l’Asl chiese 600 mila euro alla Regione per l’acquisto della «apparecchiatura inesistente presso questa azienda, che attualmente effettua esami diagnostici in accreditamento con una cospicua spesa». Ossia 6.553.815 euro (489.373 a carico dei pazienti e 6.113.942 a carico della Regione) per le 37.989 risonanze, tutte effettuate presso le strutture private convenzionate per i quotidiani andirivieni dai 5 ospedali. Dopo 15 mesi «la Regione ha concesso i finanziamenti, ma l’azienda è in attesa dell’autorizzazione definitiva».

“Al fine di accelerare i percorsi installativi, non semplici – spiega la Asl -, si è deciso di iniziare la fase di progettazione e predisposizione dei locali che vedranno installata la tecnologia, così che la stessa, una volta svincolati i fondi di cui sopra, ed una volta acquisita, possa essere installata con tempi più celeri. In relazione ai costi, importante sottolineare come l’installazione di una Risonanza Magnetica preveda dei costi elevati, dovuti a: opere di consolidamento, ampliamento delle superfici per l’installazione atte a contenere il campo magnetico, opere impiantistiche nelle quali includere i sistemi di gestione e i sistemi di sicurezza per l’espulsione dell’elio, predisposizione dei locali accessori annessi ed indispensabili al Servizio come da prescrizioni INAIL”.

Un’azienda nella quale la Regione ha cambiato il vertice 3 volte in 3 anni, retta ora ad interim, altro caso unico nel Lazio, dal direttore generale dell’Asl Roma 4 (Civitavecchia) Giuseppe Quintavalle che, dal 25 gennaio scorso, è anche commissario straordinario nella Roma5. Alcuni giorni fa il presidente Zingaretti ha nominato i nuovi vertici di alcune Asl, ma tra questi non figura ancora quello della Roma 5. E l’attesa continua.

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