Un viaggio continuo alla ricerca delle radici di una terra, dei suoi valori e delle sue intime connessioni.

Rocca di Cave, il prossimo weekend c’è la Sagra del Marrone. Il fascino della montagna più antica di Roma

di Carmine Seta

 

Degustazioni all’aria aperta, folklore, possibilità di escursioni, visita alla rinomata scogliera fossile e osservazioni astronomiche. Rocca di Cave, la più antica montagna intorno a Roma, si veste a festa per due giorni, 4 e 5 novembre  per la 45^ edizione della Sagra del Marrone. Un appuntamento irrinunciabile della tradizione autunnale in provincia di Roma, che offre la possibilità di un viaggio nella cultura e nella storia di questo paesino sulla vetta dei Monti Prenestini. 

In un solo giorno i visitatori avranno la possibilità di degustare i prodotti tipici di queste vallate dal panorama mozzafiato sulla capitale e visitare i tesori nascosti di questo “gioiello nella roccia” dove un tempo arrivava il mare. Ancora oggi il sito di Rocca di Cave è oggetto di studi paleoambientali e paleogeografici per le sue testimonianze fossili di circa 100 milioni di anni. Qui sono stati rinvenuti interi cespi di coralli in posizione fisiologica, con porzioni di colonie ampie alcuni metri, ed esemplari isolati sparsi nella matrice calcarea.

Ecco perché passeggiare a Rocca di Cave significa davvero camminare sulla storia dell’uomo, alle origini della formazione di queste terre emerse a pochi chilometri da Roma. L’evento del prossimo weekend offre un’occasione da non perdere per toccare da vicino queste bellezze uniche e godersi con serenità e spensieratezza la festa.

Si parte il 4 novembre con l’apertura degli stand gastronomici dove i prodotti tipici la faranno da padrone: dalle lavorazioni casearie, ai frutti biologici della terra che vedrà il marrone come vero protagonista. A Rocca di Cave il marrone era considerato come il pane di tutti i giorni, specie durante la Seconda Guerra Mondiale quando, in assenza di altri alimenti, permise la sussistenza dell’intera popolazione locale.

Poiché si tratta di frutti facilmente deperibili, per aumentarne la conservabilità si usano diverse tecniche, tra cui la tipica “curatura”:  per nove giorni le castagne, contenute in tini di legno, vengono immerse in acqua fredda, periodicamente cambiata in tutto o in parte. Successivamente, le castagne vengono selezionate, sistemate in locali ben arieggiati fino a completa asciugatura.

Recentemente per qualche anno, questo delizioso frutto fu messo a repentaglio a causa della “cinipide del castagno”, un insetto che causava il deperimento della pianta che attaccava.

Grazie alla sensibilità dell’Amministrazione Comunale e della Regione Lazio che è intervenuta studiando un piano di attacco dell’insetto mirato e deciso, si è riusciti a debellare l’insetto e far rifiorire durante l’autunno le piante

Il Marrone roccheggiano è tra le poche varietà di castagne del territorio dei Monti Prenestini a potersi definire “tipo marrone” (più pregiato, perché frutto della pianta coltivata, a differenza della castagna che è il frutto della pianta selvatica): per questo è particolarmente richiesto e lo rendono adatto a varie preparazioni: fresco, bollito, arrosto o come base per marmellate.

Varietà che è è possibile trovare negli stand sparsi del paese presso cui sarà possibile degustare un pranzo completo, dove non mancherà il piatto tradizionale della polenta con pecora.

Ad allietare i visitatori ci sarà la musica popolare e possibilità di visite guidate al Museo Ardito Desio, collocato nel meraviglioso castello che sormonta la rocca, dove recentemente sono stati portati a termine importanti lavori di riqualificazione. 

«Sono felice di presentare la 45^ edizione della Sagra del Marrone – dichiara la sindaca avv. Gabriella Federici. Un appuntamento della tradizione della nostra comunità, testimone delle usanze e abitudini dell’antica civiltà contadina. Valorizzare un prodotto tipico della nostra terra significa anche creare una nuova cultura del valore del prodotto, con il suo patrimonio di conoscenze e bellezze naturalistiche. Invito pertanto – aggiunge Federici – tutti i visitatori a conoscere da vicino le nostre bellezze e auguro a tutti i miei concittadini una buona sagra».

La locandina
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