
Salvato a 26 anni dai medici dopo un incidente: il miracolo di Angelo
a cura della redazione
Un’operazione che sembrava impossibile ma che ha ridato la vita ad un giovane della provincia di Frosinone, vittima di un incidente stradale. A raccontare la storia è l’ospedale San Camillo di Roma sulla propria pagina facebook, che lo ha definito come “il miracolo di Angelo”.

Lo scorso 23 luglio la vita di Angelo Lemmetti, un giovane di 26 anni originario di Anagni in provincia di Frosinone, prende una svolta drammatica a seguito di un terribile incidente stradale avvenuto a Ferentino. Trasportato d’urgenza all’ospedale San Camillo di Roma, Angelo si è trovato ad affrontare incredibili sfide di sopravvivenza – riferisce il nosocomio su Facebook – sottoponendosi anche a un’operazione con un tasso di mortalità del 60%.
I medici gli hanno salvato la vita, ma non è stato così semplice. Al suo arrivo in pronto soccorso le prime indagini diagnostiche riscontrano un’emorragia cerebrale, fratture costali e pneumotorace, fratture degli arti inferiori. Una situazione davvero drammatica. Angelo viene così sottoposto d’urgenza a posizionamento di drenaggio toracico e stabilizzazione ortopedica delle fratture e subito dopo ricoverato in Terapia intensiva nella Uosd Shock e Trauma diretta da Emiliano Cingolani. Nelle ore successive i radiologi d’urgenza diretti da Michele Galluzzo, analizzando la Tac già effettuata al ragazzo, sospettano una lesione ancora più grave e potenzialmente mortale che viene infatti confermata dall’esame endoscopico: l’impatto ha provocato il distacco del bronco principale sinistro dalla trachea.
È necessario tornare in sala operatoria dove i chirurghi toracici Giuseppe Cardillo e Sara Ricciardi eseguono una complicatissima ricostruzione delle vie aeree, ricollegando il bronco alla trachea. Ma purtroppo nei giorni successivi, nonostante il successo dell’intervento, il polmone sinistro di Angelo tende a richiudersi e anche il destro, interessato dal trauma, peggiora: non è più possibile una ventilazione e ossigenazione adeguata e un ulteriore peggioramento equivarrebbe a morte certa.