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San Cesareo, arriva l’armadio per sanificare i libri della biblioteca. E’ polemica

A San Cesareo

Sono  6.700 gli euro spesi dal Comune di San Cesareo per l’acquisto di un armadio sanificatore a chiusura ermetica, per la decontaminazione del materiale cartaceo con ozono, per il patrimonio librario della “Biblioteca Comunale Massimo Adabbo di San Cesareo”. A motivare la decisione lo stesso ente comunale con un post sulla sua pagina Facebook: “San Cesareo è tra i pochissimi comuni del Lazio ad aver acquistato un dispositivo così all’avanguardia che consentirà di sanificare i testi presi in prestito dall’utenza, con lo scopo di garantire ai cittadini la migliore procedura anti-covid per il trattamento dei libri, e stesso tempo incoraggiare e incentivare il prestito librario”. Ma non tutti sono d’accordo sui possibili vantaggi derivanti dall’uso di questo macchinario: “L’ozono è un sanitizzante ancora non riconosciuto contro il Covid19 pertanto eviterei di scrivere che è la miglior procedura Anticovid nella pagina ufficiale del Comune di San Cesareo – scrive Andrea, titolare della di un’azienda che si occupa di sanificazioni -. Inattiva molti Virus ma non c’è nessuna evidenza scientifica per il Covid”. Disappunto è stato espresso anche dal gruppo San Cesareo Viva:

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“Amministratori di San Cesareo scusate, in base a quali evidenze scientifiche avete ritenuto opportuno spendere 6.700 euro per un armadio sanificatore di libri?Autorevoli immunologi ritengono che il rischio di essere contagiati manipolando i libri è pari a 0. Sulla carta, superficie particolarmente permeabile, infatti il coronavirus resiste pochissimo rendendo così superflua, a detta degli immunologi, la sanificazione di libri e quaderni. Ci potete spiegare la ratio di questo acquisto? Non è che siete stati gli unici a fare questo acquisto perché tutti gli altri lo hanno ritenuto inutile?”.

D’altro canto sull’inutilità di sanificare i libri si era espressa anche una voce autorevole, l’immunologa Antonella Viola dottoressa dell’Università di Padova, che in un’intervista ad huffingtonpost.it ha affermato: “Sulla carta il coronavirus resiste oggettivamente molto poco, è una superficie particolamente permeabile e – precisa – ogni gocciolina emesse tende ad essere assorbita, in questo modo se si toccano con le mani i fogli c’è evidentemente meno rischio. Il rischio di contrarre l’infezione da coronavirus – ribadisce – è molto vicino allo zero”.