
San Cesareo, preso De Witt: il boss della droga a Roma sud
Arrestato a Roma dopo una complessa indagine della polizia
Arrestato dopo un anno esatto di ricerche Claudio De Witt, il capo di un gruppo criminale che gestiva lo spaccio di sostanze stupefacenti a San Cesareo, Valle Martella (frazione di Zagarolo) ed alcune importanti zone a sud di Roma.
L’uomo, come riporta anche RomaToday, si era rifugiato in un appartamento lussuoso di via Diego Angeli, zona Casal Bruciato. Le complesse indagini, coordinate dalla Procura di Roma, si sono concentrate sui suoi legami familiari che hanno indiscutibilmente stretto il cerchio sulla zona nella quale il latitante avrebbe potuto nascondersi.

I servizi finalizzati al suo rintraccio hanno così portato gli investigatori in via Diego Angeli. E proprio nella serata di ieri, De Witt stesso è stato visto uscire dal palazzo indicato per salire a bordo di una BMW e recarsi in zona Centocelle, una delle “sue” piazze di spaccio, quelle gestite all’epoca delle indagini relative all’operazione Amico Mio.
Dopo il “blitz” a Centocelle è stato notato far rientro nei pressi del suo nascondiglio dove è stato bloccato dai poliziotti della Sezione Antidroga e costretto a consegnarsi ancora una volta alla legge. I motivi della sua “passeggiata” a Centocelle, al momento, sotto interesse di indagine.

Chi è Claudio De Witt
Per chi indaga De Witt è in grado di muovere grandi quantitativi di stupefacente. Lo dimostrano alcune indagini della Squadra mobile. In una di queste erano emersi collegamenti con il clan Gallace.
L’ennesima misura di custodia cautelare in carcere è scaturita in seguito all’indagine Amico Mio che ha dimostrato come De Witt fosse a capo di un gruppo criminale dedito al traffico di stupefacenti. Le indagini hanno confermato l’operatività del gruppo sul territorio capitolino, con particolare riguardo ai quartieri di Ponte di Nona, Centocelle, Prenestino, Valle Martella e nella zona di San Cesareo alle porte di Roma.
La denominazione ‘Amico Mio’ trae origine dal modo di salutarsi che lo stesso De Witt aveva con i suoi interlocutori ai quali si rivolgeva eseguendo un fischio caratteristico seguito dal classico “Amico Mio”.
De Witt, che non aveva paura di sparare, si era anche fatto anche commissionare la costruzione di un mobile, vera opera di ingegneria, che consentiva di occultare stupefacenti ed armi attraverso un sistema di doppifondi e serrature. Non solo, custodiva armi e stupefacenti in diversi punti della zona sud della capitale, sia all’interno delle abitazioni dei suoi sodali, sia all’interno di box non direttamente riconducibili a lui.
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