Un viaggio continuo alla ricerca delle radici di una terra, dei suoi valori e delle sue intime connessioni.

San Vito Romano, 5 mamme e 1 fattoria dove coltivare i sogni dei figli disabili


 

Si chiama la Voce dei senza voce e vuole offrire un aiuto concreto alle famiglie per il presente e una speranza per il futuro

 


 

Una fattoria dove coltivare i sogni dei propri ragazzi pensando al presente e al “dopo di noi”. È questa la bellissima storia che arriva da San Vito Romano dove 5 mamme hanno costituito un’associazione di volontariato senza scopro di lucro per l’integrazione sociale dei diversamente abili. Si chiamano Maddalena, Fiorella, Roberta, Franca, Anna, mamme di figli disabili e oggi tutti le conoscono come le mamme della “Voce dei senza voce”. Un’intestazione che suona come un appello all’ascolto di un mondo a volte dimenticato, che rappresenta una ricchezza per il nostro vivere quotidiano: quello dei diversamente abili.

 

 

Qui ogni giorno ritrovano “la propria voce” tanti ragazzi del territorio, alcuni anche con problemi seri che hanno riscoperto la vita, semplicemente imparandola a conoscere.

Esistono la scuola, lo sport, le vacanze, il tempo libero. Esistono i capricci, le mode e le tendenze. Esistono le delusioni, le sofferenze. Per ognuna di queste esperienze e momenti di vita, si pensa a dare una risposta nell’immediato, ad accompagnare i ragazzi nella vita cioè di ogni giorno, pensando però al contempo anche al dopo di noi. In ciascuna di queste mamme c’è il timore di non sapere come vivrà il proprio figlio, non indipendente, quando la famiglia non ci sarà più. La strada in salita per questi genitori non è solo quella del lavoro, le difficoltà le si incontrano anche nel prendersi cura del proprio bambino.

 

 

La voce dei senza voce nasce per rispondere a queste esigenze.

Qui ogni giorno si impara a cucinare, a suonare, a leggere e a esprimersi attraverso il teatro. Educatori e specialisti arrivano in questa fattoria piena di verde e colori per offrire un aiuto concreto per il presente e dare una speranza per il futuro. Il centro si sostiene grazie ai contributi di tanti volontari e alle donazioni generose che avvengono attraverso varie forme, dal 5 per mille all’acquisto di uno dei tanti prodotti della fattoria, come la lavanda o le marmellate. E all’autofinanziamento partecipano anche i ragazzi, tanto che oggi è difficile dire qual è il confine tra mamma e figlio, insegnante e alunno, paziente e medico: è una voce unica che vuole gridare al mondo quanto è bella la vita.

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