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Scuola, da San Cesareo a Olevano è il giorno della prima campanella

Da San Cesareo a Olevano, oggi è suonata la prima campanella per il 70% degli studenti di scuole primarie, medie e superiori. Al restante 30% circa toccherà da domani fino a giovedì, secondo le disposizioni dei vari istituti comprensivi.

a Palestrina

È un ritorno senza le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria da Covid-19. Prima tra tutte la mascherina, che non sarà più obbligatoria, secondo il distanziamento sociale, che non sarà più necessario. Alunni e alunne sono entrati a scuola di nuovo in un unico orario e non più con ingressi scaglionati, una modalità che aveva creato non poche critiche tra studenti e docenti, per i disagi legati allo studio a casa e ai mezzi di trasporto. Resta il divieto di entrare a scuola con una temperatura superiore ai 37.5 gradi, ma la la scuola non potrà misurarla, dunque controllare spetterà alle famiglie.

Ma non ci sono solo notizie positive, il ritorno alla normalità ripropone vecchi e nuovi problemi. Un tasto dolente riguarda l’aerazione delle classi e i costosi sistemi, che costerebbero tra i 2 e i 4mila l’una. Ad attendere studenti e insegnanti sarà dunque un inverno nel quale la scuola dovrà trovare una quadra tra aprire le finestre per far cambiare l’aria e riscaldare le aule, a fronte dei rincari sul riscaldamento.

a Palestrina

Inoltre, nel Lazio mancano 6mila insegnanti, dei quali 4mila solo a Roma. Nei Monti Prenestini, ci sono alcuni posti vacanti per via di alcuni pensionamenti e aspettative, ma la situazione secondi i presidi dovrebbe stabilizzarsi entro il mese.

Il vuoto sarebbe stato già in parte colmato, attingendo alle graduatorie provinciali per le supplenze. Ma, come ha spiegato il presidente dell’associaizone nazionale presidi di Roma Mario Rusconi a Repubblica, che ha definito il rientro a scuola all’insegna della “semi-normalità, accompagnato da problemi vissuti in due anni di pandemia che ci portiamo ancora dietro”, si tratta di uno strumento che non funziona come dovrebbe.

Lo scorso anno infatti l’80 per cento dei supplenti reclutati attraverso questo canale ha rinunciato all’incarico e le scuole sono state costrette a correre ai ripari, attingendo direttamente e non senza difficoltà, dalle proprie graduatorie interne. Insomma, anche per quest’anno non è al momento scongiurato il rischio di andare in contro a cattedre vuote e ad orari ridotti. Altre questioni che restano irrisolte sono la scarsità degli spazi e le classi pollaio, ossia con un numero troppo elevato di alunni per aula, il che rende più difficile la didattica.