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Tremila casi accertati in provincia di Roma. Le nuove emergenze e come ripartire


Una fotografia del momento per ripensare dopo le feste la “Rinascita”

Dopo un mese di lockdown, Roma finora, per numero di contagi da coronavirus, sembra aver ‘tenuto’. Ma la profondita’ dei danni al tessuto economico cittadino, fatto prevalentemente di servizi, turismo, ristorazione, commercio, economia del mattone, fa temere una ripartenza costellata di negozi chiusi, posti di lavori andati in fumo e possibili tensioni sociali soprattutto nelle periferie dove sono piu’ alti il disagio economico e la marginalita’. Una crisi che coinvolge anche le aziende municipalizzate del Campidoglio:
l’emergenza Covi-19 ha messo a nudo la fragilita’ strutturale e i conti in rosso di societa’ come Atac e Ama ricche di personale ma povere di introiti. Al momento, nella Provincia di Roma si contano poco piu’ di 3.000 casi accertati di infezione in un territorio con 4,3 milioni di abitanti.

Nell’ultimo mese i romani hanno sostanzialmente rispettato le norme di prevenzione restando in casa: i flussi di mobilita’ registrano pedoni diminuiti del 90% in centro storico e un crollo di oltre il 70% degli utenti del trasporto pubblico. Anche i controlli della Polizia Locale dall’8 marzo certificano poco piu’ di 800 multe su oltre 450 mila verifiche. A preoccupare ora sono soprattutto le RSA, le residenze per anziani (spesso situate ai Castelli Romani) e il Salem Palace alla Romanina, uno stabile occupato da circa 500 richiedenti asilo dove si sono gia’ registrati 20 contagi. 

Finora la giunta di Virginia Raggi per tamponare la situazione ha messo in campo misure di alleggerimento delle imposte comunali: differimento della prima rata della tassa sui rifiuti, di quella di soggiorno, sospensione del contributo di suolo pubblico per i locali commerciali, stop alle rette per le mense degli asili. Ma la sfida della Fase 2 e’ di altra portata. Solo nel turismo – oltre 15 mila strutture tra hotel, case vacanze, B&B – si stimano perdite fino a mezzo miliardo di euro.

La Raggi ha chiesto al governo assieme all’Anci di allentare i vincoli di spesa per gli enti locali, garantendo che il Campidoglio ha in cassa fino a 400 milioni di euro da utilizzare in opere pubbliche. Potrebbe non bastare, considerando che solo in questi mesi stanno partendo gli ultimi cantieri con i fondi stanziati per il Giubileo del 2015. Nel frattempo il dossier rifiuti e’ stato congelato dall’emergenza sanitaria. Il 31 dicembre la giunta ha votato per la creazione di una discarica di servizio a Monte Carnevale nella Valle Galeria, scatenando la protesta di un territorio gia’ per 40 anni provato dal mega invaso di Malagrotta. Dopo 100 giorni quella scelta, che ha spaccato la maggioranza M5s, e’ ancora ferma alla fase delle autorizzazioni, ne’ sono stati fatti passi avanti sul fronte del necessario aumento degli impianti di smaltimento. Fermo all’ultimo passaggio formale, la votazione in Assemblea Capitolina della variante e la convenzione urbanistica, anche il progetto dello stadio dell’As Roma, l’investimento privato piu’ sostanzioso atteso in citta’, circa 1 miliardo di euro. Con l’incertezza legata dal coronavirus che ha raffreddato la trattativa per la cessione del club giallorosso da James Pallotta a Dan Friedkin.

Non possono attendere invece i conti di Atac. La municipalizzata del trasporto, sottoposta da un anno a concordato preventivo per sanare un debito da 1,4 miliardi, dopo solo due settimane di lockdown ha dovuto chiedere l’accesso per 9 settimane al fondo di solidarieta’ per 4 mila degli 11 mila dipendenti.

Con il crollo degli introiti legati ai biglietti l’azienda ha gia’ ammesso non riuscira’ a rispettare gli obiettivi finanziari per il 2020. Non va meglio in Ama, la partecipata dei rifiuti, che nei giorni scorsi ha visto un nuovo slittamento del bilancio 2017, una vicenda che si trascina da due anni con annesso fascicolo aperto in Procura. Anche qui avanza lo spetto della possibile cassa integrazione. Uno scenario difficile per una citta’ che il prossimo anno – in teoria – e’ attesa al voto per il Campidoglio. La campagna elettorale ha subito un evidente stop.
Fermi i possibili sfidanti, la sindaca Raggi avanza verso la ricandidatura cercando di recuperare quel consenso perduto tra le fasce sociali piu’ svantaggiate. La contesa elettorale pero’ non sara’ piu’ la stessa, passera’ dalle soluzioni per la ricostruzione. 

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