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Una fiaccolata per Valeria Fioravanti. “Chiediamo giustizia”

a cura della redazione

 

Proseguono le iniziative per ricordare Valeria Fioravanti, la 27enne morta di meningite batterica lo scorso 10 gennaio, e per tenere alta l’attenzione su un caso che è già approdato in procura sotto forma di un’indagine per omicidio colposo per colpa medica. La famiglia e gli amici della giovane romana hanno organizzato per il 10 marzo una fiaccolata, evento che simbolicamente richiama la volontà di fare luce su una vicenda che a oggi ha ancora molti punti oscuri. 

Sono state proprio le persone vicine a Fioravanti a portare alla luce e denunciare la vicenda, iniziata il 25 dicembre, quando la 27enne è stata operata al Campus Biomedico di Roma per un ascesso. Due giorni dopo le dimissioni si è presentata al pronto soccorso del policlinico Casilino accusando un forte mal di testa, dolori alla schiena e al collo.

Stando a quanto riferito dai familiari, in quell’occasione le era stata diagnosticata una forte cefalea, con l’unica prescrizione di antinfiammatori. Nei giorni successivi il dolore invece che diminuire aveva continuato a crescere, e Fioravanti era tornata al Casilino con la madre. Qui, prosegue ancora la famiglia – che sta cercando testimoni che possano confermarlo– madre e figlia sarebbero state invitate a lasciare l’ospedale in malo modo.

“La mattina del 30 dicembre 2022 Valeria Fioravanti, accompagnata dalla madre Tiziana, si è recata al pronto soccorso del policlinico Casilino, in quanto i dolori non accennavano a passare nemmeno con le cure prescritte dallo stesso pronto soccorso – ricordano dal sito che chiede ‘Giustizia per Valeria’, aperto appositamente per raccogliere testimonianza ed elementi utili a fare chiarezza sulla tragedia – Veniva accusata di esagerazione e veniva minacciata di intervento delle forze dell’ordine se non fosse andata via. Non abbiamo cartella clinica in merito a quella visita”.

A quel punto Valeria si è rivolta ai medici del San Giovanni, che – sempre stando a quanto denunciato – le avrebbero diagnosticato una protrusione alla colonna vertebrale, con conseguente disposizione di indossare un collare per una settimana. Nei giorni successivi le condizioni di Valeria hanno continuato a peggiorare: soltanto al quarto tentativo di ricovero, al Gemelli, i medici hanno capito che si trattava di una meningite batterica. Ormai troppo tardi per salvarle la vita.

“Per tenere alta l’attenzione in questi giorni di attesa dei primi risultati delle indagini, dopo un appello lanciato alla ricerca di testimonianze per la visita del 30 dicembre, è stato organizzato questo momento di raccoglimento e vicinanza tra amici e parenti di Valeria – spiegano ancora dal sito ‘Giustizia per Valeria’ – Tra le varie iniziative sarà realizzato uno striscione di circa 3 metri e saranno distribuiti adesivi con scritto “Giustizia per Valeria”. Ci sarà un percorso che verrà fatto durante la fiaccolata che verrà comunicato”.