Verso le Regionali, primi nomi nel centrosinistra
Gli occhi del centrosinistra del Lazio sono tutti puntati sul M5S e in particolare sulle analisi in corso tra i parlamentari pentastellati eletti sul territorio alle recenti politiche, il gruppo in Consiglio regionale (che esprime anche 2 assessori della Giunta Zingaretti) con il leader Giuseppe Conte. Perché la costruzione del cosiddetto campo largo o “Modello Lazio” per vincere le prossime regionali passa anche per l’accordo con i Cinque Stelle. Che alla fine della scorsa settimana, secondo quanto apprende l’agenzia Dire, hanno incontrato l’ex premier per iniziare a discutere dell’alleanza col centrosinistra. Il dato certo è che non verrà accettata alcuna proposta di candidatura proveniente dal PD (azionista di maggioranza della coalizione) che sia frutto di uno scontro tra correnti e che il M5S si ritroverebbe di fatto a subire.
I risultati del 25 settembre, frutto di una corsa solitaria, hanno rafforzato la leadership di Conte e l’autonomia del Movimento rispetto a un meccanismo che lo vedrebbe automaticamente nel campo del centrosinistra nel Lazio. Tuttavia, in base a quanto è in grado di ricostruire l’agenzia Dire, non solo Conte non ha dettato questa linea ai suoi ma sembra restare ancora in piedi l’opzione che i 5 Stelle del Lazio avevano avanzato a Conte prima della pausa estiva: Daniele Leodori. Il vicepresidente della Regione, che pure appartiene alla componente AreaDem, dai pentastellati territoriali altro rispetto alle dinamiche correntizie del PD per il ruolo istituzionale che ha svolto nel Lazio, soprattutto nell’ultimo anno e mezzo di Giunta insieme ai 5 Stelle. Che nel loro dibattito interno ancora non sarebbero arrivati ai nomi. In questo quadro va tenuto conto anche di altri 2 elementi: nel 2023, oltre al Lazio, andranno al voto anche Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Molise (dove il M5S alle ultime politiche ha preso il 24,32%, cioè un punto in più del centrosinistra) pertanto, nell’ottica di un ragionamento complessivo di coalizione, anche le supposte pretese dei pentastellati di “imporre” un candidato terzo nel Lazio potrebbero indebolirsi, magari in cambio di una loro candidato in Molise; generalmente nelle elezioni territoriali, l’effetto trascinamento al voto esercitato dal nome del candidato in se’ e’ inferiore rispetto al livello nazionale, mentre hanno più peso le politiche realizzate o da realizzare e in questo senso il M5S con il suo ingresso in Giunta nel marzo 2021, avrebbe più di qualcosa da potere rivendicare.
Infine, non va dimenticato che degli attuali 7 consiglieri del M5S solo due (Marcelli e Novelli) potranno ricandidarsi (gli altri sono tutti al secondo mandato). Una candidatura solitaria del partito di Conte sarebbe una sconfitta certa, mentre entrando nel campo largo ci sarebbe la possibilità di sperare in una vittoria che darebbe diritto a esprimere alcuni assessori. Il percorso in casa 5 Stelle è appena iniziato, un nuovo incontro dovrebbe svolgersi tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima. Tuttavia, i dialoghi col PD si sono “alzati di livello”, da quello regionale a quello nazionale. Un salto di qualità che riguarda anche i rapporti col Terzo Polo e di fatto sembra mettere in fuori gioco tutti i nomi che si sono rincorsi fin qui, compresi quelli di Leodori e D’Amato (che hanno offerto la loro disponibilità a candidarsi alle primarie). Ed è in questo quadro che alla fine nascerebbe l’esigenza da parte di tutti i componenti del possibile campo largo, al netto di alcune specificità programmatiche, di arrivare a un superamento dei nomi in campo e alla sintesi su una candidatura terza, capace di rimettere tutti insieme contro il centrodestra. Le elezioni dovrebbero svolgersi tra il 4 e l’11 febbraio perché difficilmente l’aula della Pisana approverà prima dell’inizio di novembre il Collegato al Bilancio, ultimo atto prima delle dimissioni di Nicola Zingaretti da governatore del Lazio e conseguente indizione del voto.