Zagarolo, il borgo preferito da attori e registi: ecco perchè Pistocchi ha sbagliato
Caro Maurizio vieni a Zagarolo. Così il Comune di Zagarolo ha risposto a un tweet di Maurizio Pistocchi che aveva paragonato Hollywood al comune prenestino.

Invito accolto da Pistocchi e pace fatta. Ma il tweet del giornalista è stato spiacevole anche per un’altra ragione storica.
Per chi l’ha vissuta in quegli anni, compresi tra il 1970 e la fine degli ’80, era la collina dove stare in tranquillità fuori Roma, un po’ come Hollywood per Los Angeles. Forse è da questo simpatico accostamento che nacque il termine Zagarholliwood, entrato poi nel vocabolario di uso comune. Qualcuno dice anche che da questa similitudine presero corpo alcune parodie di successo come “Ultimo tango a Zagarolo” con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, comparata alla Parigi del noto film di Bertolucci.
Difficile stabilire la data di inizio di questo fenomeno dello “star system” a Zagarolo e San Cesareo (fino agli anni ’90 Comune di Zagarolo), noi vogliamo partire da un’istituzione che ancora oggi è considerata un punto di riferimento importante per la cinematografia italiana. Stiamo parlano della Libera Università del cinema nata a San Cesareo nel 1983 in via Casa Romana, 83 (foto sopra). È qui che dalla provincia di Padova negli anni ’40 si trasferisce un giovane regista prodigio, vincitore a soli 20 anni della medaglia d’oro di Venezia (poi Leone d’oro). Si chiama Antonio Leonviola, da tutti considerato “il maestro”, attirato nella Capitale dal fermento di quegli anni attorno a Cinecittà, dove inizia a lavorare firmando un contratto con Carlo Ponti e Dino De Laurentiis.
Leonviola sposa Sofia Scandurra, talentuosa regista e sceneggiatrice, e con lei e Cesare Zavattini decide di aprire la prima scuola italiana di cinema, un’avanguardia per l’epoca perchè inizia a proporre il digitale al posto della pellicola. La scuola diventa ben presto un punto di riferimento per gli attori e i registi di Cinecittà. Da qui passano personalità importanti come Coppola, Dario Argento, Turi Vasile, Tinto Brass, Ettore Scola e tanti attori e attrici famosi di quegli anni, che decidono di partecipare alle attività del progetto formativo di Leonviola.
I docenti sono tutti professionisti del mondo del cinema e non mancano esempi di ex allievi che hanno intrapreso la carriera con grande successo. Tra gli italiani citiamo Emanuele Crialese, regista conosciuto e stimato a livello internazionale premio della critica a Cannes 2002 (Respiro), Leone d’Argento a Venezia 2006 e candidato all’Oscar 2007 (Nuovo Mondo), premio speciale Leone d’Argento a Venezia con “Terraferma” e candidato all’ Oscar. Tra gli stranieri Bogdan Drayer, al suo sesto film realizzato in Transilvania con Gerard Depardieu come protagonista, Laura Morante e Harvey Keitel.
Oggi l’eredità di questo immenso patrimonio artistico e culturale è stata raccolta da Fiorenza Scandurra, che continua a portare avanti l’intento formativo di questa scuola “dove il cinema s’impara facendolo”.
«La nostra Scuola si è rivelata come una vera e propria fabbrica di giovani professionisti oggi inseriti nell’Industria Cinematografica e Televisiva italiana ed internazionale – rivela a Monti Prenestini Scandurra. Ad oggi ha prodotto più di 500 cortometraggi, alcuni fra i vincitori di Festival internazionali. Sempre attenta alle nuove tecnologie è stata la prima scuola a lavorare in elettronica poi in digitale e a recepire i nuovi linguaggi della contemporaneità, tanto che oggi presenta nuove proposte e nuove modalità didattiche per rimanere al passo con i tempi. Nell’era dell’immagine, dove tutto può essere raccontato attraverso la telecamera – aggiunge Scandurra – istruire i giovani nel modo più appropriato è necessario, perché assicura la possibilità di lavorare non solo nel campo del cinema e della televisione ma anche in quello della cultura, dell’arte, della scienza e dell’ecologia».
Oggi la villa di San Cesareo è ufficialmente la sede legale dell’università, che si è trasferita a Roma in zona Garbatella, ma all’occorrenza viene utilizzata anche per laboratori con gli allievi, per la sua versatilità degli spazi.
Il legame con San Cesareo rimane sempre forte e non è solo una questione di affetto. Sono tanti gli esempi di produzione di documentari per il territorio e tutti ricordano ancora i laboratori di teatro di Sofia Scandurra anche per i più piccoli. Tanti i sogni nel cassetto, tra questi l’idea di istituire un museo del cinema nella villa di San Cesareo oppure un festival per le innovazioni nel campo audiovisivo. «Sarebbe davvero fantastico – ci confida Fiorenza. Ci sono i materiali e tutte le professionalità».
Noi l’idea l’abbiamo lanciata, chissà se qualcuno la raccoglierà?