
23 maggio, Zagarolo non dimentica: l’I.I.S Falcone-Borsellino incontra il magistrato Mannino
Mi sento un archivio, una memoria storica solo per il semplice fatto di aver avuto la fortuna di aver vissuto un po’ di più ed è per questo che voglio trasmettere questi ricordi agli altri”.
Con queste parole Saverio Felice Mannino, magistrato già presidente della Terza Sezione penale della Corte Suprema di Cassazione, si è presentato oggi agli studenti dell’istituto Paolo Borsellino e Giovanni Falcone di Zagarolo in occasione della giornata in memoria delle vittime di tutte le mafie.

23 maggio 1992, 23 maggio 2022
Trent’anni da quella strage che ha segnato per sempre l’Italia rivoluzionando le azioni di lotta alla mafia. Zagarolo ricorda così la strage di Capaci con un incontro di formazione e divulgazione della cultura della çLegalità.
“Ricordare è doveroso ma è anche importante opporre una resistenza attraverso una coscienza civile.
Così la dirigente scolastica, Manuela Cenciarini ha introdotto l’incontro presso il Salone delle Bandiere di Zagarolo.
Coltivare la cultura della memoria per trasferire ai giovani, agli studenti e alle studentesse una conoscenza approfondita di quanto accaduto. È questo il senso dell’incontro di oggi per mettere in pratica l’eredità di Giovanni Falcone che aveva dichiarato: Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini“
Oggi siamo qui per ricordare uomini valorosi che hanno dato la propria vita per lo Stato – ha dichiarato il sindaco Emanuela Panzironi. La parola Stato sembra una parola grande, ma lo Stato siamo noi, siete anche voi cari studenti. La mafia non è finita e il messaggio che dobbiamo dare oggi è che noi non abbiamo paura e nessuna azione criminale ci piegherà perchè abbiamo dei valori più forti.
La parola è passata poi al magistrato Mannino, che ha tenuto un’interessante lezione di antropologia culturale e storia moderna, con testimonianze dirette, aneddoti e forti richiami all’attualità che stiamo vivendo.
Mi sono chiesto quali fossero le radici della mafia e all’inizio l’ho legato all’aspetto sociale del feudo e dei latifondisti – ha dichiarato Mannino. Tuttavia non coincidevano le date. Il fenomeno era conosciuto già nella seconda metà dell’ottocento. Quando però la mafia si è insidiata nella società, finanche nelle istituzioni è iniziata quasi a scomparire, a diventare cioè parte del vivere quotidiano. Ecco perchè – ha aggiunto Mannino – la mafia è un fenomeno da studiare. Come difendersi? Intanto occorre isolare qualsiasi forma di illegalità e poi farsi rappresentare a livello istituzionale da persone pulite su cui di certo non ci siamo ombre di illegalità. Oggi si parla tanto di deregulation, ma io credo che la regola sia invece alla base della nostra democrazia. È con le regole che noi tuteliamo il mondo e la nostra società”
A seguire si è tenuta la premiazione del concorso per la celebrazione del “Trentennale delle stragi di Capaci e via d’Amelio”. Primo premio assoluto alle classi II A e II B per aver colto il senso profondo della cultura della legalità. Menzioni di merito a Sara Moscatelli, agli alunni della I A dell’indirizzo Ipia del Falcone-Borsellino,