Zagarolo, il caso della morte di Sheena. I pm: “Processate il poliziotto”
L‘agente alla guida della volante avrebbe dovuto guidare con più prudenza. E’ la conclusione dei pm sulla morte di Sheena Losseto, la 14enne di Zagarolo morta nel marzo del 2021 a seguito di un tragico incidente.
Secondo la ricostruzione riportata da alcuni quotidiani nazionali, per provare ad acciuffare i rapinatori in fuga, il poliziotto ha guidato per diversi metri contromano su via di Salone, periferia Est di Roma. Una manovra che si è rivelata fatale, perché la macchina si è scontrata frontalmente con una Fiat Punto che procedeva nella corretta direzione di marcia e rispettando i limiti di velocità (andava a circa 40 chilometri all’ora). A bordo c’era la famiglia Lossetto: padre, madre, due figli e un terzo ragazzo. La figlia più piccola, Sheena, è morta praticamente sul colpo. Il papà e l’altro figlio hanno riportato la rottura del bacino.
L’agente alla guida della volante è stato accusato di omicidio stradale. Il caso è complesso, perché il poliziotto stava lavorando e facendo il suo dovere cercando di inseguire i malviventi in fuga. Avrebbe dovuto, però, guidare con più prudenza, hanno concluso gli inquirenti. Per questo i pm della procura di Roma hanno chiesto al gip il rinvio a giudizio per il rappresentante delle forze dell’ordine, che potrebbe quindi finire alla sbarra con la pesante accusa di omicidio stradale. Un incidente drammatico, causato da un agente in servizio e lanciato all’inseguimento dei rapinatori.
“Devi valutare il rischio ed essere sicuro di non arrecare danni alle altre persone. È emerso che la macchina della Polizia ha invaso completamente la carreggiata opposta in piena curva, ad una velocità molto elevata, sicuramente il doppio di quella consentita. Il papà di Sheena stava procedendo in maniera regolare”, la versione degli avvocati della famiglia Lossetto.