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Antenne di Guadagnolo, continua il braccio di ferro. Alp: “No al nuovo sito”

Lo scorso 12 gennaio, dopo un’attesa lunga due anni, è stata avviata la conferenza dei servizi per la scelta del nuovo sito di delocalizzazione delle antenne di Guadagnolo. Il Comune ha individuato dopo un lungo iter di oltre dieci anni l’area di Coste Galle, un’area di pregio naturalistico tra Capranica e Guadagnolo.

Ma ora sulla scelta è battaglia tra residenti e ambientalisti.

Da una parte il comitato dei residenti spinge per la decisione del sindaco dopo una serie di bocciature di altri progetti, dall’altra Alleanza Prenestina invita a riflettere prima di prendere una decisione definitiva destinata a cambiare lo stato dei luoghi.

A Colle Martino

Alp – si legge in un comunicato – ribadisce che i ripetitori installati nel centro abitato di Guadagnolo debbano essere immediatamente rimossi. Ribadisce altresì che l’individuazione del sito per il loro spostamento avanzata dall’Amministrazione di quel Comune e, come affermato dal Sindaco F. Colagrossi, dalla Regione Lazio presenta due problemi di fondo. Il primo è il mancato coinvolgimento degli enti locali e intermedi nonché della comunità locale in un preliminare confronto, sano e costruttivo; il secondo è la scelta da parte del Comune di Capranica Prenestina del luogo stesso ove installare il sito di ripetizione.

Prima di giungere alla Conferenza dei Servizi decisoria, nonostante varie sollecitazioni, nessun Comune limi – trofo all’area in questione e nessun portatore di interessi della comunità sociale ed economica del com- prensorio è stato invitato al confronto per risolvere l’annoso problema dello spostamento degli impianti dalla frazione di Guadagnolo. Pensavamo che per tematiche di salute pubblica e ambientali fosse finita la concezione feudale del territorio.

Nel luogo scelto, un’area interessata da numerosi vincoli paesaggistici, naturalistici, idrogeologici, di uso civico e di interesse pubblico, con l’installazione di 2 antenne alte fra i 60 e gli 80 metri o di una da 120 metri, si andrebbe a deturpare in maniera irreparabile una delle aree di maggior pregio dei monti Prenestini, come ammesso dallo stesso Sindaco F. Colagrossi. Un impatto gravissimo non solo da un punto di vista paesaggistico e naturalistico, ma anche da quello socio-economico, per i devastanti effetti che provocherebbe su quell’indotto di escursionismo e turismo esperienzale e di prossimità, più in generale su tutte le attività all’area aperta, che in questi anni sta conoscendo una stagione di forte riscoperta. Flussi e attività che invece verrebbero drasticamente allontanati sia dall’impatto dei due tralicci, serviti da una serie di strutture (6-8 edifici) in un’area di impianto di circa 5.000 metri quadrati, che dal nuovo asse viario. Una strada di servizio di circa due chilometri completamente nuova, interamente e inopinabilmente ricadente sulla linea di cresta. Infrastrutture che renderebbero impercorribili i due percorsi escursionistici più importanti e frequentati del comprensorio, il “Cammino Naturale dei Parchi”, recentemente riconosciuto fra i Cammini di interesse prioritario dalla stessa Regione Lazio e l’ “Alta via dei monti Prenestini”, da decenni lodevolmente segnalata e manutenuta dalla sezione di Palestrina del Club Alpino Italiano.

Di fronte a questo atteggiamento e a queste scelte prive di condivisione, nella Conferenza dei Servizi dello scorso 12 gennaio si sono espressi con parere negativo i Comuni di Poli, Genazzano e Palestrina (il Comune di Palestrina ha anche giustamente evidenziato di non essere stato invitato alla CdS), ma anche la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti, all’esame della quale non è passata inosservata l’elusione dei vincoli paesistici e l’alterazione della skyline dei monti Prenestini.

Questi Enti, con i loro pareri contrari e le loro osservazioni, sono in linea con le richieste delle associazioni riunite nella Rete Alp – Alleanza Prenestina. Richieste che sollecitano un monitoraggio dell’inquinamento elettromagnetico ed uno studio dei siti idonei di tutto il comprensorio, da condurre preventivamente ad ogni qualsiasi intervento che preveda la realizzazione di nuovi impianti di ripetizione.

Un progetto così privo di capacità di lettura del territorio e di intelligente inserimento nell’ambiente, non solo avrebbe un devastante impatto su un luogo simbolo dei monti Prenestini, ma impoverirebbe l’identità e le vocazioni comprensoriali, compromettendo il futuro stesso di tutta l’area”.