
Fuochi, discariche, roulotte e buche: così i problemi di Roma invadono anche i nostri territori
Strade dissestate, discariche disseminate negli unici spazi verdi della campagna, roulotte e case mobili che crescono ogni giorno e fumi continui di chissà che cosa. Non siamo in una periferia di Roma, ma a Valle Martella quartiere a est di Zagarolo, qui dove finisce la provincia e inizia una delle aree più degradate della capitale e dell’intera regione.
Oggi però forse non ha più senso parlare di confini. La Città Metropolitana, evoluzione della provincia, ha azzerato questa distinzione, almeno teoricamente, perché nella pratica è tutto differente.
Con l’estensione delle aree urbane, anche i problemi migrano più facilmente. Migrano per primi i nomadi, da sempre un nodo irrisolto di quest’area a est di Roma, che ora vengono a riempire questi “buchi” di campagna dove i controlli arrivano di rado. E così anche nel territorio dei Monti Prenestini, tra i Comuni di Gallicano, Zagarolo e Poli quasi ogni settimana scattano segnalazioni di nuove roulotte e case mobili che trovano collocazione in giardini di ville e terreni abbandonati, magari, dicono i più maliziosi, “grazie a un accordo economico con i proprietari”. Nuovi casi sono stati segnalati sui gruppi social, ma stando alla lettura delle carte, al Comune non risultano nuovi insediamenti.
“Non risulta alcuna situazione allarmante nel quartiere – conferma l’assessora ai servizi sociali, Alessandra Ercoli. Come sempre siamo pronti a intervenire in caso di assistenza e controlli nell’area per assicurare a tutti il rispetto delle regole».
Il fenomeno è da sempre attenzionato dalle polizie locali di Zagarolo e Gallicano, che sono intervenute nelle aree di campagna in più di un’occasione. Garage, cantine, container, camion e roulotte: ogni mezzo si trasforma in casa, basta fare un giro in auto per rendersene conto.

Insieme alle segnalazioni di nuovi abitanti “poco desiderati”, crescono anche le denunce di fuochi a qualsiasi ora del giorno. Siamo a pochi chilometri in linea d’area dal tanto dibattuto impianto di Rocca Cencia, uno dei più attivi della capitale, sorvegliato notte e giorno, dopo gli ultimi illeciti, da personale dell’esercito munito di mascherina per i cattivi odori. Ci sono giorni che la puzza riesce ad arrivare anche qui nel territorio di Zagarolo e a confermarlo sono tanti residenti e commercianti stanchi dei continui disagi.
Poi c’è chi invece pensa che i rifiuti si possano smaltire anche nei terreni limitrofi. Mentre si percorre la via Prenestina subito dopo il cavalcavia dell’autostrada, basta buttare un occhio ai lati della carreggiata per capire come è allarmante da queste parti il fenomeno delle discariche abusive. Che siano copertoni, eternit, cartoni e mobili, poco importa a chi decide di smaltire i rifiuti scaricando in strada. I controlli ci sono, ma non bastano, anche in questo caso, ad affrontare il problema alla radice. Nel mese scorso la Forestale ha denunciato decine di “furbetti” (si fa per dire) che scaricavano rifiuti ai lati della strada in zona Valle Martella. Doveva finire tutto e invece purtroppo le immagini di oggi mostrano un’altra storia.
E insieme al degrado, è tornato anche il fenomeno della prostituzione, che fino a poco tempo fa sembrava quasi scomparso. Oggi invece i gruppi della criminalità organizzata sono tornati a spartirsi il territorio in base alla nazionalità (per lo più africane e dell’est europeo). In tutto questo, l’azione del Comune di Zagarolo, presente sul territorio con iniziative anche di integrazione sociale, sembra “una goccia nel mare”, come l’ha definita a Monti Prenestini lo stesso sindaco Lorenzo Piazzai.
«È evidente che i problemi ci sono, ma un Comune medio-piccolo come Zagarolo, da solo non può affrontare alla radice tutte queste questioni – dichiara il primo cittadino. Interveniamo con i servizi sociali e con la polizia locale, chiediamo l’aiuto e la collaborazione di altre forze dell’ordine, ma poi tutto ricomincia da capo e anzi torna ad amplificarsi. E questo perché abbiamo a fianco la Capitale d’Italia – aggiunge Piazzai – con i suoi innumerevoli problemi. Il progressivo svuotamento dei campi nomadi non sta certamente facilitando le cose e la provincia ne paga purtroppo le conseguenze. Qualcuno alla fine deve pensarci e noi continueremo a fare la nostra parte, ma è chiaro che dobbiamo intervenire insieme a tutta la Città Metropolitana per arginare una problematica che rischia di diventare insostenibile”.
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