Un viaggio continuo alla ricerca delle radici di una terra, dei suoi valori e delle sue intime connessioni.

Il ritorno del cervo ai Monti Prenestini: la straordinaria biodiversità del territorio


 

Un re che ridà corpo alle leggende che in queste terre lo vedono protagonista, traccia profonda di una familiarità antica

 


 

Il cervo torna ad abitare boschi e sentieri dei Monti Prenestini. L’immagine, che consegna una certezza attesa dagli amanti della natura e di queste alture sopra l’antica Praeneste, è arrivata da una fototrappola che si è attivata lo scorso ottobre. Ritrae un bell’esemplare adulto che vaga tranquillo su un viottolo nel mezzo della macchia. Grande palco, andatura lenta tipica di chi non si accompagna a timori. Natura integra. Un re che ridà corpo alle leggende che in queste terre lo vedono protagonista, traccia profonda di una familiarità antica.

 

 

E’ la prova che i programmi di ripopolamento avviati nel confinante parco dei Monti Simbruini, hanno raggiunto l’obiettivo sperato e che c’è spazio e cibo per il ritorno stabile dei cervi. A conferma si susseguono le segnalazioni, la prima è stata fornita dalla fototrappola dell’associazione Brain Community che è attiva in tutta l’area dei Monti Prenestini. Ne monitora  in modo continuativo la vita e le presenze si potrebbe dire quasi gli umori. Le attrezzature sono acquistate con fondi propri e piazzate su itinerari studiati attentamente. Un contributo volontario a tutela della propria terra. Il cervo immortalato a ottobre è stato ripreso nei boschi del comune di Castel S. Pietro e probabilmente è lo stesso che sempre a ottobre è stato visto correre per le strade di Poli.

 

 

In precedenza le fototrappole della Brain avevano documentato con immagini nitide la caccia ed i giochi del gatto selvatico, altro ritorno di grande meraviglia visto che negli ultimi tre decenni del’900 era dato quasi per estinto. Dice Albino Lucarelli uno degli animatori dell’associazione :

“Per noi è importantissimo conoscere il nostro territorio e chi lo abita. I Monti Prenestini sono molto ricchi di biodiversità. Noi stiamo lavorando con una rete di associazioni per creare le condizioni utili a tutelare questa ricchezza che vede oltre al ritorno del cervo, anche la presenza del gatto selvatico. Abbiamo in campo un circuito di 20 fototrappole  installate in aree che riteniamo strategiche cioè in zone percorse dagli animali”.

Il racconto di Lucarelli a Cinque Quotidiano conferma che appena l’uomo toglie il disturbo, in questo caso perché le zone montane sono meno coltivate, tornano gatti , cervi e lupi. La natura.