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Asl Rm5, ancora botte in ospedale: i sindacati scrivono alla prefettura


Questa volta è l’ospedale di Tivoli a far parlare di sé dove i sindacati denunciano un nuovo caso di violenza verso il personale

È la terza aggressione registrata nell’arco di un mese, un triste primato per il personale dell’Asl Roma 5, che diventa così il capro espiatorio per i disagi che ogni giorno sono costretti a vivere gli utenti negli ospedali del territorio. Dopo la violenta aggressione raccontata da Monti Prenestini a Palestrina (LEGGI QUI), questa volta è l’ospedale di Tivoli a far parlare di sé dove i sindacati denunciano un nuovo caso di violenza verso il personale.

A seguito dell’aggressione a Palestrina la Cisl avevano richiesto un intervento alla direzione generale (LEGGI QUI), senza però avere alcuna risposta concreta. Così i sindacati hanno deciso di cambiare strada, interpellando direttamente la prefettura.

“Abbiamo richiesto un incontro alla dottoressa Pantalone per definire un protocollo di azione antri aggressione – si legge in una lettera. La direzione strategica dell’Ssl risulta priva di mezzi e risorse necessarie ad arginare un fenomeno in continua espansione, il numero delle aggressioni aumenta in tutte le principali strutture dell’Asl Rm5 (Tivoli, Palestrina, Colleferro) Le richiediamo un protocollo tra parti sociali, azienda sanitaria locale e sezioni locali di associazioni nazionali come quelle degli alpini e dei carabinieri con la condivisione della prefettura, della questura, dei carabinieri e della guardia di finanza al fine di affiancare gli operatori nelle strutture e sezioni più sensibili.

Va considerato – aggiungono – che oltre a preservare la sicurezza dei lavoratori va garantita la continuità assistenziale che subisce ritardi e/o si ferma del tutto durante questi eventi. Il sindacato tutto in attesa dell’eventuale ed auspicato ripristino dei posti fissi della Polizia di Stato all’interno degli ospedali, chiede alla S.V. di verificare la praticabilità del protocollo sopra descritto.

Chiediamo in oltre che la regione Lazio detti disposizioni per la costituzione di parte civile delle Aziende contro gli aggressori ed inserisca la tutela degli operatori sanitari tra gli obiettivi di verifica dei direttori generali delle ASL e delle Aziende ospedaliere.